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Redazione
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Filigrana
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
Clori, S, Quanto è grato, quanto è caro
Fileno, S, Ah che a fuggire i lacci
Fileno, S, Bella non è possibile
Coridone, S, Credetti un tempo anch'io
Coridone, S, Poi certo veleno
Coridone, S, Basta che in un istante
Clori, S, Io per me mi burlo e rido
Fileno, S, Amor ferisce al fin chi scherza seco
Fileno, S, Da un bello occhio
Clori, S, Che un labro ch'è vermiglio
Fileno, S, Un occhio rimiro
Trascrizione del testo poetico
[Clori:] Quanto è grato, quanto è caro
Mantener in pace il core
Senza mai saper se amore,
Sia per l’alme dolce o amaro.
[Fileno:] Ah che a fuggire i lacci
Del dio bambin non è sì facil prova
Che se un mezzo li togli, altri ne trova.
Se dal sen lo discacci
Ei per occulta via entra nell’alma
E schiavitù le trama.
[Clori:] Creder questo è follia:
Ama chi vuole, e chi non vuol non ama.
[Fileno:] Bella non è possibile
Di viver senz’amar.
Il dio che porta l’ali
Avventa co’ suoi strali
Un foco inestinguibile
Che forza ad adorar.
[Coridone:] Credetti un tempo anch’io
Che del nostro voler, dal nostro petto
Dependesse l’affetto
E non già dal poter del cieco dio.
Poi certo veleno
Serpendom’in seno
Ben spesso a me stesso
Dicea: “Che cos’è?”
Ma in fine m’avviddi
Di amor esser quello
Che scaltro, che snello
Nel sen mi volò,
E ancora non sò
Il come, il perché.
Basta che in un istante
Senza voler amar divenni amante.
[Clori:] Io per me mi burlo e rido
Di Cupido e del suo foco
E del suo stral.
Se la face o il dardo avventa
Questo cor nulla paventa
Che per lui non è fatal
[Fileno:] Amor ferisce al fin chi scherza seco.
[Clori:] È codardo chi teme
Le ferite d’un cieco.
[Fileno:] È cieco amor ma per vibrare i dardi
Li bastan gl’altrui sguardi.
[Coridone:] E spesso ancor li scocca
Da vago labro e da ridente bocca.
[Fileno:] Da un bello occhio
Da un ciglio che nero
Depende l’impero
Del dio feritor
[Coridone:] E s’accende
Nel vivo cinabro
D’un morbido labro
La face d’Amor
[Clori:] Che un labro ch’è vermiglio
Ferisca il petto, il core
È de’ poeti inveterato errore.
Che negro o biondo ciglio
Si chiami arco et arciero
È l’usanza così ma non è vero.
Tanto è l’uno che l’altro amanti sciocchi
Tute son bocche al fin, tutti son occhi.
[Fileno:] Un occhio rimiro
Che uguale non ha.
Di quello più vago
Natura non fa
E non sarà.
[Coridone:] Un labro rimiro
Che uguale non ha.
Di quello più bello
Al mondo non fu
E non sarà.
[Clori:] Ascolto e m’adiro
Di tal vanità.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione M/2245.47
Scheda a cura di José María Domínguez