Scheda n. 4901

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1712

Titolo

Cantata à due Voci Canto et Alto Con V.V. / di Ant.o Caldara

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Caldara, Antonio (1671c-1736)

Fa parte di

Cantate da camera (n. 10197/13)

Redazione

Vienna : autografo, 1712

Descrizione fisica

C. 49-58

Filigrana

Non rilevata

Note

In fine: "A 19 Marzo 1712 in Vienna"

Titolo uniforme

Organico

Soprano, contralto, 2 violini e continuo

Descrizione analitica

1.1: All.o assai, ad.o(sinfonia, re maggiore, c)
1.2: all.o(sinfonia, re maggiore, 3/8)
2.1: (recitativo, c)
Lontana d' ogni impegno
3.1: All.o assai(aria, la maggiore, c)
Ho il core in libertà
4.1: (recitativo, c)
E sì fatte proteste
5.1: Larghetto, cosi, cosi(aria, do maggiore, 3/8)
Se crudele essere vuoi
6.1: (recitativo, c)
Appena ebbe finito
7.1: Larghetto(aria, re minore, c)
Ahi, che già sento al core
8.1: (recitativo, c)
Così colla pietate intruso amore
9.1: All.o(aria, la minore, 2/4)
Semplicette v’ingannate
10.1: (recitativo, c)
Non ha l’humana salma
11.1: All.o(duetto, re maggiore, 3/8)
Sia pur ribelle

Trascrizione del testo poetico

Lontana d’ogni impegno
D’amorosa catena
Viver in libertà Clori vezzosa
Pretese un tempo a segno
Che non sentiva pena
Dei tormenti di Niso a lei fedele
Né voleva per lui essere crudele
Né sapeva per lui esser pietosa
Onde i sensi del core indifferenti
Lieta vantar solea con tali accenti.

Ho il core in libertà
Né so che cosa sia
D’amor e gelosia
Affanno o crudeltà.
Ogni amoroso incanto
Di superar mi vanto
Né lascio perturbarmi
La mia tranquillità.

A sì fatte proteste
Niso fedel benchè infelice amante
Più fervido e costante
Dell’amoroso ardore
Nutrisce il foco e in tai dolenti rime
Il rio tenor del suo tormento esprime.

Se crudele esser non vuoi
Se pietosa esser non sai
Volgi i lumi e mi vedrai
Al tuo piede or or morir.
Dal tuo cor che ancora sa
Non dimando alfin pietà
Sia che viver non poss’ io
Per tuo amor idolo mio
Poss’ almen di vita uscir.

Appena ebbe finito
Niso di proferir l’ultime note
Ch’impallidì le gote
E remissivo cadde a lei d’avante
Che mossa in un istante a compassion
Di quei mortal pallori
Così parlò la perturbata Clori.

Ahi, che già sento al core
Un gelido timore
E un pellegrino ardore
Che il sen mi accende.
Niso deh non morire
Quel cor tu fai languire
Che già fu indiferente or tuo si rende.

Così colla pietate intruso amore
Trovò mezzo potente
D’intenerir quell’ostinato core
E di felicitar Niso languente.

Semplicette v’ingannate
Belle voi che vi vantate
Di fuggir d’amor gli strali.
L’ardor del cieco dio
È un natural desio
E sono i dardi suoi leggi fatali.

Non ha l’humana salma
Forza da contrastare
A ciò che tende a conservar se stessa
Gloriosa è quella palma
Che da guerra indefessa
Nelle perdite sue riporta un core
Ch’alfin cede allo stral del nume arciero;
Mentre il suo dardo è di tal forza armato
Che son i suoi trionfi opra del fato.

Sia pur ribelle
Al Dio d’amore
Un cor ingrato
Contro le stelle
Pugnar non sa.
Fors’è del fato
Quel dolce ardore
Che accende il core
E di Cupido
Preda lo fa.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione DD.226.13

Scheda a cura di Magdalena Boschung-Biancamaria Bigongiali
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