Scheda n. 4881

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1700

Titolo

Oh quanto si dolea | Stradella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Melani, Atto (1626-1714)
autore del testo per musica: Baldini, Sebastiano (1615-1685)

Fa parte di

Composizioni vocali (n. 4807/2)

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 17-38v

Filigrana

Non rilevata

Note

L’attribuzione a Stradella che si rileva dalla fonte non sembra attendibile. Per l’attribuzione della musica ad Atto Melani e del testo a Sebastiano Baldini cfr. Bibliografia.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Freitas 2009: pp. 234-238 e passim
Morelli 2000: n. 358, pp. 94-95

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Oh, quanto si dolea
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2.1: (aria, re minore, 3/2)
S, Lascia pur le piaghe intatte
3.1: (recitativo, c)
S, Siano pur tuoi rimedi
4.1: (aria, sol minore, c)
S, Il pensier dispiega il volo
5.1: (recitativo-arioso, c)
S, Io so che ben tu puoi
6.1: (arioso, re minore, c)
S, Se col tempo insuperabile
6.2: (aria, re minore, c)
S, Lo spirto uscir vedrai ma non la fede

Trascrizione del testo poetico

Oh quanto si dolea
Dell’invida fortuna
Chi lungi dal bel Tebro ardea amante
Giurò, che non poteva
Fargli perder giammai distanza alcuna
Il titolo di fido e di costanza
Quindi ver lontananza
Che le piaghe d’amor sanar gli volse
Dispettoso così la lingua sciolse:

Lascia pur le piaghe intatte
Per cui l’anima vien meno
Chi l’aperse nel mio seno
Insanabili l’ha fatte
È vano il tuo rimedio il tuo conforto
La feritrice mia nel core io porto
Se di Lete il cieco oblio
Vuoi destar contro di me
Se d’amor la pura fe’
Vuoi scacciar dal petto mio
Del mio sen la costanza, ah non intendi
Sin l’acque dell’oblio cangia in incendi.
E sa le forze tue schernire amore
Ché quando parte il piè non parte il core.

Siano pur tuoi rimedi
Scioglier un rio e diramare un fonte
Stender un lago e dilatare un fiume
Provvedi pur, provvedi
Alpestri vie d’inaccessibil monte
Ove arrivar non san d’augel le piume
Spandi l’orride piume,
D’un mar più tempestoso e più severo
Puoi trattenermi il piè non il pensiero.

Aria
Il pensier dispiega il volo
E trapassa rivi e fonti
Laghi fiumi, mari e monti
Ogni clima ed ogni Polo
Press’a lui tard’il lampo
è tardo il vento
Basta raggiunger Filli un sol momento.

Io so che tu ben puoi
Con gl’ostacoli tuoi
In lontani ricetti
I corpi separar ma non gli affetti
Non sia che ceda alle tue forze amore,
Che quando parte il piè non parte il core.

Se col tempo insuperabile
Pensi renderti invincibile,
Quanto più ti fai terribile,
Tanto men sei formidabile.
Il tempo invan per me cangia vicende
Con l’ali sue le mie faville accende
Non avrà l’istessa morte questa sorte,
Quando il punto sarà giunto
Ch’io dovrò ceder al fato.
Dal mio petto innamorato
Che tal bellezza idolatrar si vede
Lo spirto uscir vedrai ma non la fede.
E dirai se ver me volgi le piante
È morto è ver, ma benché morto è amante.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.20-B.2

Scheda a cura di Chiara Pelliccia
Ultima modifica: