Scheda n. 4691

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Havea la notte oscura ricamato di stelle il firmamento

Presentazione

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)

Fa parte di

Redazione

Copia

Descrizione fisica

P. 90-119

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo è basato sulla vicenda di Ero e Leandro. 2.1 presenta l’indicazione "aria", ma in realtà la struttura testuale e musicale è quella del recitativo. Per l’attribuzione a Carissimi cfr. una concordanza in F-Pn Vmf. Rés. 41.

Titolo uniforme

Organico

Mezzosoprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, do maggiore, c)
Avea la notte oscura
2.1: (recitativo-arioso, do maggiore, c)
Cintia dell'atra notte
3.1: (aria, re minore, c)
O del ciel notturna luce
4.1: (recitativo, c)
Disse, e spiccò d'un salto
5.1: (aria, fa maggiore, 3/2)
Soccorretemi
6.1: (recitativo, c)
Io manco io moro io spiro
7.1: (recitativo, c)
Tacque e l'accento estremo
8.1: (aria cavata, c)
In tempesta crudel

Trascrizione del testo poetico

Havea la notte oscura
Ricamato di stelle il firmamento
Il mar giacea senz’onda
Che fatto il letto suo specchio del cielo
Appena si scorgea all’ondeggiar di queste
A rai di quelle stel
L’acque erano in cielo o in mar le stelle.
Quando d’amore acceso su l’arenoso lido
Il giovane d’Abido
Visto ne l’altra sponda
Su la rocca di Sesto arder la face
Pria che salti nel onda
Rivolto al ciel a la Triforme dea
Con preghiere d’amor cossì dicea:

Aria
Cintia del atra notte
Ornamento e splendore
O de le selve
Regina e d’alti colli habitatrice
Del ciel lampa felice
De le più crude belve
Vittoriosa archiera
Hecate è giusta è vera
La tua fronte d’argento
Non ricopra già mai nube importuna
Di rapirti alle stelle
Perda per sempre il vanto
Nel magico valor Tesalo incanto
Se mai scintilla alcuna
Provasti in sen dell’amorosa face
E s’havesti desio
Di goder ciò che piace
Sarai nume propitio all’amor mio
Tu tu diva da queste
Del cupo mar voragini profonde
Mi salvarai se del mio pianto l’onde
Fanno il cor naufragar se in gran tempesta
D’alti pensieri ondeggio
Sostiemmi tu nume cortese a nuoto
Ch’a te le spoglie e’l core
S’al mio lito ritorno appendo in voto.

Aria
O del ciel notturna luce
Del mio mal habbi pietà
Per lo mar fida Polluce
Il tuo raggio a me sarà.
Rest’assorto in un mar di gioia estrema
Guida tu d’amor al porto
La mia vita e la mia speme.
Mira o dea come d’amore
L’empio ardore
In un core amante ha forza
Che ne meno dentro il seno
D’un immenso mar s’ammorza.

Disse e spiccò d’un salto
Nel mar dal lito e per le vie del mare
Facea nell’onde chiare
Solchi d’argento in sul ceruleo smalto
Quando che di repente
Uscì dall’horrido antro austro crudele
Ch’aprendo a Teti il seno
Agitò in un baleno
Per l’onde errante l’amator fedele
Già languia già cedea
Agl’orgogli del mar humile amante
E già al cor vacillante
Manca l’ardire e in mezzo de sospiri
Ha di vita i respiri
Al ui manca il vigore e più non puote
Ma negli estremi affanni
Spiccò quete dal core ultime note:

Soccorretemi
Fato dei cieli stelle
Da quest’horride procelle
Deh per pietà toglietemi
Soccorretemi

Io manco io moro io spiro
Chi ‘aita e sostiene
Dolce Hero mia mio bene
Ecco più non ti miro
Cedo alla morte e vado in fondo al mare
E vado dall’Elleponto d’Acheronte al lito
Cintia amore speranza io son tradito.

Tacque (tache)?? e l’accento estremo
Con la vita finì né d’altra sorte
Chi nel pelago immenso
D’isregolato amor sommerge il senso
Aria
In tempesta crudel prova la morte.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.12(b).6

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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