Scheda n. 4681

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Hor che nel mar d’Atlante / del Sig. Viviani

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Viviani, Giovanni Bonaventura (1638-1692)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 24-29

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (introduzione strumentale, la maggiore, c-3-c)
2.1: (arioso, c-3/2-c)
Or che nel mar d'Atlante
3.1: Sinfonia(interludio strumentale, la maggiore, 3/2)
4.1: (aria, la maggiore, 3/2)
Or che in mar tacciono l’onde
5.1: Sinfonia(interludio strumentale, la maggiore, 3/2)
6.1: (recitativo, c)
Ma stanca forse in tormentar gl’amanti
7.1: Adagio(interludio strumentale, mi maggiore, c)
8.1: (aria, mi maggiore, c)
Sonno o tu ch’in placide forme
9.1: sinfonia(interludio strumentale, re maggiore, c)
10.1: (recitativo, c)
Musa ch’all’aria bruna
11.1: (aria cavata, la maggiore, 3/2)
L’orme del pie’ su queste soglie io baci.

Trascrizione del testo poetico

Hor che nel mar d’Atlante
Cadde naufrago il sole e in grembo a Teti
Bagnan arsi dal corso Eto e Piroo
Le chiome d’oro e’l morso
E luminose e belle
Corron le vie del fosco ciel le stelle
Io sollecito amante
Vengo tra l’ombre a vagheggiar colei
Che della notte a scorno
Porta su gl’occhi in bruni lampi il giorno
E quell’appunto è l’adorato albergo
Ove l’idolo mio
Spira dal labro i zefiri di vita
Ove si scorge al lampeggiar d’un viso
Fra baleni di luce il paradiso.
Qui dunque Euterpe in su gemmata cetra
Sferza l’itale corde e snoda intanto
Misto col suon de’ miei singhiozzi il canto.

Sinfonia

Aria
Hor che in mar tacciono l’onde
E nel ciel l’augello e’l vento
Né tra solchi né tra frondi
Stride aratro o mugge armento
Io sol non taccio e in musici sospiri
Narro a Cintia i miei martiri
E nel comun riposo
Io sol veglio alle pene io sol non poso.

Sinfonia

Ma stanca forse in tormentar gl’amanti
Sovra morbide piume
Dorme colei che del mio duol non cura
E seco a mio martoro
Dormon pur anco in neghittoso letto
I rai del ciglio e la pietà nel petto.
Quindi invan di querele
Con armonica cetra il cielo assordo
Che da fiero costume
E in un dal sonno il crud’orecchio è sordo.

Adaggio

Sonno o tu ch’in placide forme
Tra fantasmi il senso addormenti
Del mio labbro a Cintia che dorme
Porta in sogno i queruli accenti
Che se vegliando non udì mai
L’empia ch’adoro gl’aspri miei guai
Hor che nell’ombre ha i crudi sensi involti.
Presto assai
Sognando almeno a suo mal prò m’ascolti .

Sinfonia

Musa ch’all’aria bruna
Della gelida notte
Sciogliesti il canto, homai t’acqueta e taci
Che ben potrebbe il suono
Delle voci canore
Destar quegl’occhi a fulminarmi il core
Partiam ma pria su queste soglie amare
Ove Cintia superba
Preme con pie’ d’avorio in torvi passi
L’anime amanti e della soglia i sassi
Con bocca innamorata
Bacerò i duri marmi
E farà Amor che se baciar non lice
Delle due labbra i bei rubin loquaci

L’orme del pie’ su queste soglie io baci.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.4.4

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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