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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Titolo uniforme
Organico
Descrizione analitica
Già la greca fuggitiva
Ahi misera ben veggio
Deh ti conceda il cielo
Ma qual vegg’io infelice
Sì disse e’l frigio duce la bracciò
Trascrizione del testo poetico
Già la greca fuggitiva
Il bel piede in aria havea
Per lasciar l’arena argiva
E salpar la poppa ilea
Ma sospesa in dubi affetti
Dà lo spirto a questi detti:
A dio Patria a dio regno o sposo addio
Un tempo sì graditi
Hor lasciati hor offesi hor scherniti
Già la vostra regina
Di barbara beltà è fatta ancella
Che non vedi beltà cosa più bella.
Al fuggir l’allettasi l’acque
E li porgono consiglio
Ma di lor Venere nacque
Ond’adulano suo figlio
Già chiama il mare al fallo il core
La fugga chiede sempre
Alletta un traditore
A mancare altri di fede.
Ahi misera ben veggio
Che ne l’ingiusta fugga
Ogni moto del cor forma un diletto
Ogni moto del piè forma un delitto
Ma invano ei tenta d’arrestarsi qui
Poi che non lice al piede
Là dove il cor tradì professar fede.
O come fieramente
Elena tua che così cara havesti
Mentre forte a lei pensi a te s’invola.
Deh ti conceda il cielo
Che ti scordi di me
Né la memoria mia ti rechi affanno
Che tra le greche genti
Crescerà l’error mio ne tuoi tormenti.
Ma qual vegg’io infelice
Del mio vago troiano
Fra lagrime languir le luci belle
Piovano almen le nubi e non le stelle.
Deh Paride mio bene
Dimmi forse t’offese
Il parlarmi o credi mio cor ch’hai torto
Che se piango altro amor segno è ch’è morto.
Una lacrima tua
È un diluvio al mio core in cui s’annega
La fè fluttuante
Già l’alma amante nulla ti niega
Troppo Paride io t’amo andiamo andiamo.
Sì disse e’l frigio duce la bracciò
E nella nave entrò
L’angelica bellezza
O forse di quel braccio per dolcezza
Languente traboccando vi cascò
All’hor da cupo e cavernoso speco
Proteo vaticinante uscì dall’onde
Disse solca del mar l’acque profonde
D’amor l’incendio e quel de l’Asia e seco.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Crypt. it. 2.46
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni