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Legami a persone
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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
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Titolo uniforme
Organico
Bibliografia
Descrizione analitica
Suonerà l'ultima tromba
Oh da qual cieca nube
Son domestici spaventi
Suonerà l'ultima tromba
Che noi siam cenere e polve
Si sa ch'è verità scesa dai cieli
Che quanto è di vago
Si sa ch'è verità scesa dai cieli
Parlate voi parlate
In fresch'età
D'un solo dì
Ieri già fu
Io dall'ossa incenerite
Trascrizione del testo poetico
Suonerà l’ultima tromba,
Né vi pensano i mortali.
Ha la morte al tergo l’ali
E dappertutto il nome suo rimbomba.
Oh, da qual cieca nube egri viventi
S’offusca il vostro core!
Sa ciascun che si more,
Né si trova fra noi chi ne paventi.
Son domestici spaventi
I terrori della morte:
Crede ogn’uom d’avere in sorte
Viver più degl’elementi;
Pur non passano momenti
Che i sepolcri aperti sono,
E mentr’io così ragiono,
Quanti andran morti alla tomba?
Suonerà l’ultima tromba.
Né vi pensano i mortali;
Ha la morte al tergo l’ali,
E dappertutto il nome suo rimbomba.
Che noi siam cenere e polve,
Che breve è questa vita,
Ch’al girar di poch’ore il Ciel dissolve
La vanità sì follemente ambita:
Si sa ch’è verità scesa dai Cieli,
E pur sogni parrà ch’io vi riveli.
Che quanto è di vago
A credula gente
E’ semplice imago
D’un bene apparente.
Che quanto risplende
Negl’ostri d’un volto
Da brevi vicende
Nell’ombre è sepolto.
Che a regia fortuna
D’invitto monarca
Crudele, importuna,
Non cede la Parca.
Si sa ch’è verità, scesa dai Cieli,
E pur sogni parrà ch’io vi riveli.
Parlate voi, parlate,
Cadaveri sepolti,
E contro noi rivolti
Spettacoli d’orror l’ossa mostrate.
Parlate voi, parlate
E dite fra’ piaceri
Quanti giacciono qui trasser la vita
Di gioventù fiorita,
Sperando al volto lor secoli interi.
Morte al fin tra quest’ombre, ecco l’involve,
E non resta di loro altro che polve.
In fresca età
Quei che si fidano
Mal si confidano;
Gioir si credono,
Ma poi s’avvedono
Ch’è vanità.
D’un solo dì
Quei che ci pensano
Non si dispensano;
L’ore che suonano
Sempre v’intuonano
Viver così.
Ieri già fu:
Come vi lassano
Gl’anni che passano;
Le tombe insegnano
Che mal s’impiegano
L’alme quaggiù.
Io dall’ossa sepolte e incenerite
Cerco ritrar consigli
Per l’alme non pentite, e pure invano
Chiedo aiuto lontano
Se frequenti quaggiù sono i perigli.
Amico, a cui poch’anzi
Sulle guance fiorian ligustri e rose,
Tra gl’infelici avanzi
D’una morte crudel le membra ascose.
Ahi, che veduto esempio
Non vale a muover l’empio,
Che ne’ falli sepolto in varie forme,
Benché il Cielo lo desti
Con avvisi funesti
Dal letargo dei vizi oppresso dorme.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Crypt. it. 2.36
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni