Scheda n. 4293

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1689-1717

Titolo

Del Sig. Cesarini

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Cesarini, Carlo Francesco (c1665- dopo il 2.9.1741)
autore del testo per musica: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)

Fa parte di

[13 Cantate] (n. 4291/2)

Pubblicazione

Roma : copia di Francesco Lanciani

Filigrana

Non rilevata

Note

La cantata è stata copiata per il cardinale Benedetto Pamphilj nel 1694 e 1704.

Titolo uniforme

Organico

Contralto e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, fa maggiore, c)
Anzio, un tempo fastosa
2.1: (aria, re minore, c)
Rozzi armenti, per pietate
3.1: (recitativo, c)
Non v’è fermezza in terra
4.1: (aria, fa maggiore, 3/4)
Porta il tempo il piè leggiero
4.2: (aria, fa maggiore, 3/4)
Quando spiega i vanni occulti
5.1: (recitativo, fa maggiore, c)
Muoiono le città, muiono i regni

Trascrizione del testo poetico

Anzio, un tempo fastosa,
Hor ricoperta d’herba
E di sterile arena
D’ogni mente superba e specchio e pena.
Par sogno e troppo è vero: oh, se pur uno
Degl’invitti Romani,
Che qui giaccion sepolti,
Tornasse a i rai del giorno e che direbbe?
Unito a i sospir miei
Direbbe: Anzio fastosa e dove sei?

Rozzi armenti, per pietate
Meno fieri calpestate
Così nobili Teatri.
E voi, rustici bifolchi,
Fate i solchi
Più leggieri con gl’aratri.

Non v’è fermezza in terra,
Ciò, ch’un secolo inalza, un altro atterra.

Porta il tempo il piè leggiero,
Segna l’orme e poi le copre.
L’occhio solo non le scopre
Senz’aiuto del pensiero.

Quando spiega i vanni occulti,
Crede l’huom, ch’egli riposi,
Ma se i colpi sono ascosi,
Apparenti son gl’insulti.

Muoiono le città, muoiono i Regni
E l’huom d’esser mortal par, che si sdegni.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Gl - Genova - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "N. Paganini"
collocazione A.7.16 (A.1.5).2

Scheda a cura di Berthold Over
Ultima modifica: