Scheda n. 4133

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1689-1694

Titolo

[Come in ciel dell’aureo crine]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
autore del testo per musica: Baldovini, Francesco (1634-1716)

Fa parte di

[12 cantate] (n. 4128/5)

Redazione

Roma : copia, (1689-1694)

Filigrana

Non rilevata

Note

La lettera iniziale è stata tagliata e sostituita poco dopo la stesura del manoscritto come dimostra la grafia coeva della musica nuovamente copiata sul dorso dell’iniziale. Per l’attribuzione a Stradella cfr. Bibliografia e la scheda n. 5261. Testo poetico in I-Fr, 2474, c. 58.

Titolo uniforme

Come in ciel dell'aureo crine. Cantata, Serenità instabile

Organico

Contralto e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, la minore, c)
Come in Ciel dell'aureo crine
2.1: (recitativo, c)
Ovunque il guardo io giro
3.1: (aria, la minore, 3/4)
Sol placido fiato
4.1: (recitativo, c)
Ma qual mentre vagheggio
5.1: Presto(aria, do maggiore, c)
Già di Noto i crudi sibili
6.1: (recitativo, c)
E dove oh Dio spariro

Trascrizione del testo poetico

Come in Ciel dell’aureo crine
Spiega il sol tranquilli i rai
Qual dall’indiche marine
Più bel dì nacque gia mai.

Ovunque il guardo io giro
Smalta di Giuno i campi
Un ridente zaffiro
E perché l’ali in feste
Non rivolgan curiosi
A svegliar nembi a seminar tempeste
Entro all’ebrio claustro
Preme accerba catena
Africo et Austro.

Sol placido fiato
D’auretta gioconda
Hor nuota su l’onda
Hor scherza nel prato
E porge all’altrui ciglio avia sì pura
Di costante seren speme si cura.

Ma qual mentre vagheggio
Pompe si belle in un momento alzarsi
Dall’Occidente oscura nube io veggio?
Come spedito il volo
Muove per l’aere e sego
Ha di nembi seguaci immenso stuolo?
Ohimè già reso è cieco
Da fosco orrore il sol già d’ogn’intorno
Toglie notte improvvisa
Con ombra micidial la vita al giorno.

Già di Noto i crudi sibili
Turban l’aria il suol combattono
Piogge irate e lampi orribili
Frangon rupi e selve abbattono.

E dove oh Dio spariro
Quelle che qui pur dianzi hebbero Impero
Calme tanto tranquille
Ahi che quaggiù non splende
Serenità che non s’aggiaccia a mille
Repentine vicende
Serba per pochi istanti
Variabil fortuna ugual tenore
Quindi impara o mio core
A non sperar già mai stabil contento
Cangia in pena ogni gioia un sol momento.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

GB-Lbl - London - British Library
collocazione Add.24311.5

Scheda a cura di Berthold Over
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