Scheda n. 4126

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1750-1774

Titolo

Cantata per il soprano violino 1mo violino 2do viola da gamba viola e basso / Del Signe: Tozzi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Tozzi, Antonio (1736ca.-1812)
autore del testo per musica: Walpurgis, Maria Antonia (1724-1780)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1750-1774]

Descrizione fisica

1 partitura (p. 1-49)

Filigrana

Non rilevata

Note

Il manoscritto è opera del "Copista di Monaco".

Titolo uniforme

Dunque il perfido Enea. Cantata, Didone abbandonata

Organico

Soprano, 2 violini, viola e continuo,gamba

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (sinfonia, fa maggiore, c)
2.1: (recitativo, c)
Dunque il perfido Enea
3.1: Lento assai(aria, si♭ maggiore, c)
Quante volte in dolci accenti
4.1: Andante(recitativo, c)
Ma qual raggio mi scorge
5.1: Allegro(aria, fa maggiore, c)
Contro di te sdegnati

Trascrizione del testo poetico

Dunque il perfido Enea
Si dispone a partir?
Quel core indegno
Non curando del Cielo il giusto sdegno
Della giurata fè non si rammenta?
E per cercar altrove
Un impero sognato
Da chi tanto l’amò fugge l’ingrato?
Barbaro, e che ti feci?
Profugo a questi lidi
A render vieni i giorni miei funesti,
In Cartago t’accolgo
Ad onta della Dea
Che vuol la tua mina
Il mio regno, il mio cor t’assicuro.
Per esserti fedel Farba rifiuto
E tu (ne ti confondi?)
A tanti doni miei così rispondi?

Quante volte in dolci accenti
Mi giurasti amor costante
E dicesti un fido amante
Non si trova al par di me.
E non curi i miei lamenti
Mi ferisci e m’abbandoni
Ah che questa è de miei doni
Troppo barbara mercè.

Ma qual raggio mi scorge
A penetrar nel veto?
Alfin purtroppo io veggo
Che m’ingannò quell’empio
Mai non m’amò, lo finse
Per aver agio e proseguire l’indegno,
L’iniquo suo disegno.
Perfido in quel momento
Che mi giurasti fedeltà col labbro
Col tuo Cor meditavi il tradimento.
E beh, va pure ingrato
Ma vedi in prima qual crudel olocausto,
E su qual’ara
Ben degna del tuo Cor ti si prepara.
Mira, mira, o crudel le fiamme ardenti
Di mia morte ministre,
Tu ingrato le accendesti,
Tu mi recasti il ferro
Che or or mi vibro in seno.
Al tuo fallace
Il tuo spergiuro Cor mi diè la morte
Ma non sperar più pace,
Che l’ombra mia tradita
Turbartela saprà.
Se al morir mio
Tu serbi asciutto il ciglio
Non avrai tal costanza al tuo periglio.
L’onda, la terra, il Cielo
Vendicarmi sapranno.
I neri abissi
Vedrai per scempio tuo perfido aprirsi,
S’agiteranno a te le furie intorno,
Né per te splenderà più lieto un giorno.

Contro di te sdegnati
Il Ciel, la terra e il mar
Sapranno vendicar i torti miei.
E nel rigor dei fati
Ti pentirai talor
Ma saran sordi allor gli offesi Dei.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-Dl - Dresden - Sächsische Landesbibliothek - Staats-, und Universitätsbibliothek
collocazione Mus.1-J-7.1

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: