Scheda n. 163

Mi piacete tanto tanto
cari lumi amate stelle
che voi sete luci belle
la cagione del mio pianto

Tra le pene del dolore
qual cultore
spero un dì coglier le rose
e s’al duol fatte pietose
porgerete qualche aita
e del petto alla ferita
che guarir non cura il core
per memoria e trofeo del vostro amore

onde costante adorerò quel seno
in cui del giorno mio splende il sereno.

Cara luce ove il pensiero
Ferma sempre ogni suo volo
Per te sola del mio duolo
non tem’io nembo severo

Io non bramo altro ristoro
al martoro
che mi dà d’amore il dardo
sol da te pietoso un guardo
è pur poco la mercede
che sì brama alla mia fede
e pur prodigo de’ Lampi
semina i raggi suoi Febo nei campi.

Io dunque sol dirò ch’al mio dolore
negan le stelle ancora il suo splendore.