Scheda n. 3957

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1690

Titolo

Cantata à solo, con Violini. L’Endimione / Del Cav.r Grossi

Presentazione

Partitura e parti

Legami a persone

compositore: Grossi, Carlo (1634-1688)

Fa parte di

Cantate (n. 3295/1)

Redazione

[S.l. : copia di mano A, 1660-1690]

Descrizione fisica

C. 1-4v + 2 parti (vl1,vl2)

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione a c. 1r; ivi, a destra, di altra mano: Del Cav.r Grossi, a lato: Vi sono 2 parti cavate dei VV.ni (parti staccate di vl1,vl2 alle c. 5-6). Per l’attribuzione a Carlo Grossi cfr. Sirch-Grossi, p xxxiii-xxxiv. Per amanuense A cfr.descrizione ms: Ms. I-MOe.mus.F. 1360, V. anche Cantata Numi, numi che veggio nello stesso ms.

Titolo uniforme

Avea deposto il sole. Cantata, L'Endimione

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Sirch 1999: S.16.1

Descrizione analitica

1.1: (sinfonia, do maggiore, c)
%G-2@c 2-8-{6''CD}{8EG}/4E{8C'G}{8''C6EF}{8GG}/
2.1: (recitativo, c)
S, Havea deposto il sole l'armi di luce
%C-1@c 4-8-8'G4G8GG/CC8-DEEE6FG/8FF
3.1: (aria, do maggiore, 6/4)
S, Di volto gentile sovrano
%C-1@6/4 4-4-''EGGG/CCCF4.F8E/2E2-4-/
4.1: (recitativo, c)
Lascia Cintia l'Olimpo
5.1: Adagio(aria, mi minore, 3/4)
O faci soavi coralli
6.1: (ritornello, mi minore, 3/4)
7.1: (aria, sol maggiore, c)
Vuol così d'amor la sorte
8.1: (ritornello, sol maggiore, c)
9.1: (recitativo, c)
Quindi a l'intatte rose de que' labri
10.1: (ritornello, do maggiore, 6/8)
11.1: (arietta, do maggiore, 6/8)
Donne belle così si fa

Trascrizione del testo poetico

Havea deposto il sole
L’armi di luce onde fe’ guerra all’ombre
Ma sull’eterea mole,
Provide sentinelle,
Com’eterne pupille eran le stelle.
Quando le luci ingombre
Dal sonno havendo Endimione,
Intanto tale formava incanto
Di Tessala magia coi lumi spenti,
Che da giri lucenti
Trasse la luna ad ammirarlo umile.

Di volto gentile
Sovrano poter
Al dardo d’un guardo
Rinchiuso nel sonno
Le dee più caste
Contrastar non ponno.

Lascia Cinzia l’Olimpo
Avida di succhiare
Da un tumidetto labro
Altre ambrosie più care.
Ma ritenuta da contrari affetti
Fra quegli ermi ricetti
Le belle luci affisse
Nel di lui volto amorosetto e disse:

“O faci soavi,
Coralli vivaci!
Che vi baci sì o no?
Se vi bacio mi disfacio,
Se non bacio morirò”.

Vuol così d’amor la sorte
Ch’immortale io corri a morte.
Vuol goder l’ignudo arcier
Di veder la dea triforme
Adorar fra le notti un sol che dorme.

Quindi all’intatte rose
De que’ labri addormenti,
Le porpore amorose
Unì l’accesa diva e d’improvviso
Succhiò tutto in un bacio il paradiso.

Di sì bel furto altera,
Carca di gioie sì ma di vergogna,
Salì macchiata il viso a la sua sfera.
Nasceva il giorno e all’hora
Fu che ne’ suoi rossori
Prese a farsi vermiglia ancor l’aurora.

Donne belle così si fa.
Fra l’orme romite
Sicure gioite
Ch’alcun non lo sa.

Arrossitevi
Ma godetevi
Un volto bel.
Se vi mirano
Gl’astri in ciel,
Se ne ridono
Né v’accusano
All’honestà.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-MOe - Modena - Biblioteca Estense e Universitaria
collocazione Mus. F. 1360.1

Scheda a cura di Licia Sirch
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