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Cancellatura a c.105v. L’aria di Eurilla "Alla caccia d’un ben adorato" è concordante con l’aria di Lucio in Tito Manlio (I,5), del 1719 (RV 738); l’aria di Alcindo "Nel suo carcare ristretto" è concordante con l’aria di Cino in Teuzzone (II,12), del 1719 (RV 736) Il "Mar: du Toureil" citato sul frontespizio può essere identificato con Amable de Tourreil (cfr. Talbot, 1982). A c. 145v indicazione "Finis".
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Eurilla, Mio cor povero cor sì sì t'intendo
Eurilla, Nice, Ben che ti sembra o Nice
Eurilla, Con i vezzi lusinghieri
Nice, Eurilla, Eccolo che con passo
Nice, Digli che miri almeno
Alcindo, Mi sento in petto
Alcindo, Eurilla, Bella Ninfa ti serbi
Eurilla, Se all'estivo ardor cocente
Eurilla, No che non è viltà
Alcindo, Sì folle non son io
Alcindo, Nel suo carcere ristretto
Eurilla, O quanto folle egl'è se andar si crede
Eurilla, Alla caccia d'un cuore spietato
Nice, Eurilla, Amica Eurilla, dimmi
Nice, Ad infiammar quel seno
Alcindo, Acque placide che correte
Alcindo, Eurilla, Nice, Tenta lo so, ma pur lo tenta invano
Nice, Come l'erba in vago prato
Alcindo, Eurilla, A suo grado scherzar può ben Eurilla
Alcindo, Dell'alma superba
Eurilla, Alcindo, Alcindo io t'apro il sen m'ascolta
Eurilla, La dolce auretta
Alcindo, Non dileggiarmi più già sò ben io
Alcindo, L'altero bianco giglio
Nice, Dove dimmi o' indiscreto
Nice, Di Cocito nell'orrido Regno
Eurilla, Alcindo, Almen fingi d'amarmi e si lusinghi
Eurilla, Vorresti lusingarmi
Alcindo, Eurilla, No non fingo di tua beltà su l'ara
Coro: Eurilla, Nice, Alcindo, Si punisca, si sbrani, s'uccida
Trascrizione del testo poetico
[Prima parte]
[Eurilla]
Mio cor povero cor sì sì t’intendo,
Tu senti un non so che,
Non distingui cos’è,
Ma ti dà pena.
La libertà cor mio non ti contendo
Ma sei, credilo a me,
Tu stesso il fabro a te
Di tua catena.
Mio cor povero cor sì sì t’intendo...
Ben che ti sembra, o Nice
Di quel gentil pastore,
Che dagl’occhi vivaci
Ad ogni ninfa in sen getta le faci?
[Nice]
È bello, è vago, io tel confesso Eurilla,
Ma un gran difetto egli ha. [Eurilla] L’attento sguardo
Che ben l’esaminò nol vede ancora.
[Nice]
Pur dopo lo vedrai: non s’innamora.
[Eurilla]
Tu m’uccidesti, o Nice,
È appena nato il fior di mie speranze
Con man troppo crudel tu schianti e svelli.
[Nice]
Così sente il mio cor. Prova, e vedrai.
[Eurilla]
Sì bello e sì crudel nol credo mai.
Con i vezzi lusinghieri
Mi consola la speranza
E mi dice al cor che speri
L’amorosa mia costanza.
Con i vezzi lusinghieri...
[Nice]
Eccolo che con passo
Sciolto, così come ha disciolto il core,
Verso noi s’incammina. [Eurilla] Osserva, o Nice,
La maestà che li balena in volto.
[Nice]
Bene, ma vedo ancora
La liberà che li difende il core.
[Eurilla]
Deh che dar non si può cor senza amore.
[Nice]
Ti lascio dunque in braccio a’ pensier tuoi.
[Eurilla]
Và Nice amata, si rivedremo poi.
[Nice]
Digli che miri almeno
Il tuo bel volto, e ’l seno
E al tuo bel seno, al volto,
Resister non potrà.
Forse vedrai men fiero
Quel cor cotanto altero,
D’amor tra lacci colto
Perder la libertà.
Digli che miri almeno...
[Alcindo]
Mi sento in petto
L’allegro core
Parlarmi solo
Di libertà.
Non ho diletto
D’un vano amore
Ch’uguale al duolo
Gioia non ha.
Mi sento in petto...
Bella Ninfa ti serbi
Sempre propitio il Cielo
Oro al crin, latte al seno e rose al volto.
[Eurilla]
Addio, pastor gentile,
Del tuo florido aprile
La vezzosa stagion mai si consumi,
E in te le gratie tutte,
Che ben degno ne sei, piovano i numi.
[Alcindo]
Non può negar il Cielo
L’onor delle sue gratie a sì bei voti,
Lo prego ben ch’imprima
Gratitudine eguale alla mia stima.
[Eurilla]
Alcindo, or che disciolto
Dal custode rigor che pria tenea
Fermo il tuo piè nella natia capanna,
Dimmi, come ti piace
Il libero goder di questa vita?
[Alcindo]
Assai mi piace e piacerebbe più
Se non sentissi un rimorso crudele
D’aver con troppa fretta
Posti al pubblico sguardo i miei difetti.
[Eurilla]
Ah modestia crudel tu mia saetti.
Qual delle nostre ninfe è poi distinta
Dal sospirato onor de’ tuoi riflessi?
[Alcindo]
Con ossequio devoto
Venero in fronte a tutte
Fra quelle trecce d’oro
Quell’eccelsa beltà, che splende in loro.
[Eurilla]
Venerar no, non basta
Ma adorar ed amar indi in tributo
Offrile il cuor. [Alcindo] Sdegna cotesta offerta
La libertà ch’all’alme il cielo impresse.
[Eurilla]
Non è viltà un tributo
Che ridonda in piacer; provalo, e poi,
Condanna, se potrai, cotanti eroi.
Se all’estivo ardor cocente
Langue il fior nel verde prato,
Freddo umor soave e grato
Lo ravviva e lo consola.
Così ancor la cara speme
Col suo latte alle mie pene
Mi ricrea e m’acconsola.
Se all’estivo ardor cocente...
No che non è viltà
A’ rai d’una beltà
Offrir ogn’or fedele
L’alma e il cuore.
È troppo il bel piacer,
Sperar e poi goder
La soave mercè
D’un vero amore.
No che non è viltà...
[Alcindo]
Sì folle non son io
Da tanti ogn’or intesi
Che a sospirar condanna
La superba beltà sempre tiranna.
Nel suo carcere ristretto,
Non d’affetto
L’usignuol cantando và.
Col soave dolce canto
Piange intanto
La perduta libertà.
Nel suo carcere ristretto...
[Eurilla]
O quanto folle egl’è se andar si crede
Della sua libertà sempre fastoso.
Ma già cauta l’attende
Sul vicin colle ove si porge amica
La cristallina fonte e suol ridursi
Delle belve la caccia.
Così del cuor d’Alcino
Esperta cacciatrice io vado in traccia.
Alla caccia d’un cuore spietato
Teso ho l’arco nel riso, nel vezzo.
Quando poi sarà preda l’ingrato
Vuò punirlo con odio, con sprezzo.
Alla caccia d’un cuore spietato...
[Nice]
Amica Eurilla, dimmi,
Come Alcindo rispose
Agl’inviti d’amor? [Eurilla] Nice diletta
Nel mio d’uopo maggior giugni opportuna.
[Nice]
E che? Di vaga ninfa
Stancar forse pretende i prieghi ancora?
[Eurilla]
Anzi ostenta con fasto
Un seno impenetrabile ai possenti
Dardi d’Amor. [Nice] Ah non temer amica
Egli s’arrenderà. Pur l’opra mia
Tutta per consolarti dar vorrei,
Che le perdite tue son danni miei.
[Nice]
Ad infiammar quel seno
Vedrai che in un baleno
Amore porgerà l’accesa face.
Così resa amorosa
Quell’alma ora ritrova
Il tuo core goderà la cara pace.
Ad infiammar il seno...
[Seconda parte]
[Alcindo]
Acque placide che correte,
Dolce imago a me porgete
Di soave libertà.
E da voi ben solo apprendo
Girne sciolto ogn’or fungendo
Quel dolor ch’amor ne dà.
Acque placide che correte...
Tenta lo so, ma pur lo tenta invano
D’incatenermi il cuor la ninfa Eurilla.
[Eurilla]
Or vedi Alcindo in questo
Fiorito, ameno colle
Tutto spirar amore.
[Nice]
Deh osserva sì, ten priego,
Come quel zeffiretto
Fido baccia quel fior, indi quell’onda
Lambe costante ogn’or la verde sponda.
[Nice]
Come l’erba in vago prato
Se languisce o un mesto fiore
Dal ruscello vita prende,
Sì d’Alcindo il volto amato
Della vaga Eurilla al core
Fiamma degna e spirto accende
Come l’erba in vago prato...
[Alcindo]
A suo grado scherzar può ben Eurilla,
Ma so ben io che a voli più sublimi
Spiega l’ali amorose il suo Cupido.
[Eurilla]
Ma timido nocchier non giunge al lido.
[Alcindo]
Dell’alma superba
La fiamma riserva
Per chi può inalzarti
D’un soglio al fulgor.
Né perder l’amore
Del grande tuo core
Con vile pastor.
Dell’alma superba...
[Eurilla]
Alcindo, Alcindo io t’apro il sen, m’ascolta,
Ah ch’importuno giunge
A chiudermi nel labro il più che bramo,
Per altro io ti direi: Alcindo, io t’amo.
La dolce auretta,
Che vezzosetta
Spirando, scherzando
Tu vedi col fior
Ti dice ch’amor
Dovresti al mio sen.
Diletti, affetti
Promette vezzosa
La fiamma amorosa
Stringendo il suo ben.
La dolce auretta...
[Alcindo]
Non dileggiarmi più, già sò ben io
Che a’ vasti amori avvezza
Ad amar un pastor chinar non puoi.
Lascia in pace il mio cuor, ama gl’eroi.
L’altero bianco giglio
Non degna la viola
Perché selvaggia e sola
Superbo di bacciar.
Bensì tal’or si sposa
Con la purpurea rosa
Perché il vago vermiglio
Sol può così formar.
L’altero bianco giglio...
[Nice]
Dove, dimmi o’ indiscreto,
Apprendesti il rigor che fai tuo fasto?
Non regna tal fierezza
Nella placida pace de’ pastori
Ov’hanno il nido i più soavi amori.
Di Cocito nell’orrido Regno
Ha ricetto fierezza e rigor.
Ma ove spiega il piacer i suoi vanti,
Entro il sen degl’amanti
Sol pietade v’alberga ed amor.
Di Cocito nell’orrido Regno...
[Eurilla]
Almen fingi d’amarmi, e si lusinghi
La mia povera fiamma.
[Alcindo]
E d’amar vuoi ch’io finga? Eccomi pronto
Per compiacerti.
Incivile così poi non son io.
Mio tesoro. [Eurilla] Mio diletto. [A 2] Idolo mio.
[Alcindo]
Eurilla oh Dio da questi
Benché mentiti affetti
Mi scese un tal piacer furtivo in seno,
Che mi costringe infin ora ad amarti.
[Eurilla]
Deh mi dileggi Alcindo, o se potesse
Il cuor prestarti fede
Pronta m’avresti ancor la gran mercede.
Vorresti lusingarmi,
Lo veggo sì per farmi
Trofeo di crudeltà.
Sì folle la speranza
In me già non s’avanza
Che in te sii fedeltà.
Vorresti lusingarmi...
[Alcindo]
No non fingo, di tua beltà su l’ara
Giuro d’amarti, ed a quest’ora io sento
Pietà chieder il cuor al suo tormento.
[Eurilla]
Or senti qual mercede
Si prepara il tuo amor: lunge o superbo
Vanne dagl’occhi miei
Preda d’amor io ti bramai al fine
Di punir nel tuo sen tanta alterigia.
Olà ninfe, pastori,
Nell’amorosa caccia
Colsi la fiera, onde co’ scherzi vostri
Ad isbranarle il cuor pronti vi chiamo:
Contro un altero, un gran rigor io bramo.
[Eurilla, Nice, Alcindo]
Si punisca, si sbrani, s’uccida
Il superbo, spietato suo cuor.
Delle ninfe nel sen non s’annida
Mai pietà con chi vanta rigor.
Si punisca, si sbrani, s’uccida...
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Scheda a cura di Giulia Giovani