Scheda n. 2658

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1750

Titolo

Cantata à Voce Sola / Del Sig.r Baron d’Astorga

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

compositore: Astorga, Emanuele d’ (1680-1757)

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1710-1750]

Descrizione fisica

8 c. (123r-130v) ; 210x260 mm

Note

Tit. dall’intitolazione a c. 123r; cartulazione moderna a matita (123-130) e prob. coeva (238-245); sopra l’incipit è scritto "N. 19"

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, S’io ti mancai di fede
%C-1@c 4-''.F6ED8C'B/BA-''C4D6-DEF/
2.1: (aria, sol minore, c/)
S, Se ti son fido
3.1: (recitativo, c)
S, Tanta fede non serba
4.1: (aria, fa maggiore, c)
S, Quel fonte quel rio

Trascrizione del testo poetico

S’io ti mancai di fede,
Amor, amor m’uccida.
La fé che ti giurai,
L’amor che ti portai, io serbo ancora,
Né si vedrà già mai
Ch’io tradisca quel ben che m’innamora.
Dunque a torto mi chiami, anima mia,
Spergiuro traditore,
Senza fé, senz’amore, empio e crudele.
Quanto ti son fedele,
Quanto del tuo bel volto al doppio lume,
Farfalletta innocente
Lieta sen viene a incenerir le piume,
Questa troppo in amarti, anima fida.
S’io ti mancai di fede,
Amor, amor m’uccida.

Se ti son fido
Bell’idol mio
Lo so ben io,
Lo sai ben tu.
M’uccida amore
Se questo core
Spergiuro infido
Già mai ti fu.

Tanta fede non serba e tanto affetto
L’edera al faggio o pur
La vita dell’alma quanto o Clori
Per te ne serbo in petto.
Pria senza gelo il verno,
Senza fioretti il prato,
E senza rai le stelle e il sol vedrai,
Che senz’amore e fé quest’alma fida.
S’io ti mancai di fede amor m’uccida.

Quel fonte, quel rio
Col suo mormorio
Se t’amo fedele
Sì, sì ti dirà.
Col mesto mio pianto,
Sen crebbero tanto
E pur, o crudele
Non senti pietà.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.25.19

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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