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Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Tit. dall’intitolazione a c. 49r.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
S, Qual color sì porporino
S, Così quella che noi chiamiam beltade
S, Se vedo fastosa
Trascrizione del testo poetico
Mira, o Fille, nel prato
Tenera e ruggiadosa
Vaga pompa d’April fiorir la Rosa;
La vedi in mezzo all’erba
Sue spoglie porporine
Ai primi rai del dì spiegar superba,
Quasi degl’altri fior sia la regina
Corteggio a lei d’intorno
Fa col più dolce fiato
Zefiro inamorato;
E ogni Ninfa e Pastore
Brama di farne adorno il crine e il seno
Ma se torni a mirarla in su la sera
E quella di pria non è qual era.
Qual color sì porporino
Che fiammeggia sul matino
E l’odore di quel fiore
Che sì dolce l’aure molce
Su la sera languirà.
Se a vederla fai ritorno
Verso il fin del caldo giorno
La vezzosa bella Rosa
Cade al fin in fra le spine
E bellezza più non ha.
Così quella che noi chiamam [i.e.] beltade
Al suo primo apparir gl’occhi innamora,
Ma in brevissima etade
D’un fragil fiore al pari
Si strugge e si scolora,
E sua luce sì vaga e lusinghiera
Che risplende il matin, langue la sera.
Se vedo fastosa
Sul verde suo stelo
Aprirsi una Rosa
Ai lumi del cielo
Mi desta pietade
Quel povero fior.
Ma è pena più acerba
Qual’ora si vede
Bellezza superba
Ch’un nume si crede
E vanta l’impero
Aver d’ogni cor.
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Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 34.5.9.13
Scheda a cura di Giacomo Sciommeri