Scheda n. 2513

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1641-1660

Titolo

Del S.r Ant:o Solino

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Solino, Antonio (1638-1704)

Fa parte di

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 191v-202v ; 105x230 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

La cartulazione originale è 186v-197v.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (arioso, mi minore, c)
Tra quest'antri romiti
2.1: (aria, mi minore, 3/2;c;3/4)
O speranza mia smarrita
3.1: (recitativo, la minore, c)
Queste rotti [rotte] selv'alpine
4.1: (arietta, do maggiore, c)
Acque voi limpid'e chiare
5.1: (recitativo, re minore, c)
Ma che sogno e deliro
6.1: (aria, re maggiore, 3/4)
Ogn'ombra su dileguasi
7.1: (recitativo-arioso, la minore, c)
Così nel mio tormento (chiusura in mi minore)

Trascrizione del testo poetico

Tra quest’antri romiti
In quest’appesi [appese] e solitarie rupi
Aveassi sol orrore
Su trono di dirupi
Parch’impong’a tutt’hore
Tributo di silentio all’aur’erranti
Misero a disfogar vengo i miei pianti
Che cercar solo è dato
Quest’abbozzi d’inferno a un disperato.

O speranza mia smarrita
Chi mi guida in quest’horrore
Senza il lume del tuo nume
Tramontana del mio core
Chi mi dà pietosa aita
O speranza mia smarrita.

Del sol lo splendore
Sperar più de’
Sperar più non de’ la face D’Amore
Ch’incauto perde
Se questa dalla speme avinc’il fato
Ah che luce non spera un disperato.

Queste rotti [rotte] selv’alpine
Che son scene di spaventi
Questi ruvidi portenti
Che fan pompe di ruine
A mie vedove speranze
Sian ermi alloggi e dirupate stanze
Ove i miei crudi e flebili lamenti
Fin ad eco fedel sequestri il fato
Che men l’aura respira a un disperato.

"Arietta"
Acque voi limpid’e chiare
Che dal fonte di quel monte
Vi stillate in onde amare
Formando un fiume e tributando un mare
Se mia speme è già svanita
Deh vedete se potete
Con la vostra humida aita
Aprirle i lumi a richiamarla in vita.

Ma che sogno e deliro
Ma che piango e sospiro
Misero e sfortunato
Mal disegna speranza un disperato.

Ogn’ombra su dileguasi
Ch’oggi a sperar m’astringe
Ogni verd’erba seccasi
Che speranze mi dipinge
Quei sassi laceri sian mie dovitie
Quei tronchi ruvidi sian mie delitie
E questo fiume intanto
Ferma il suo corso ad eternarmi il pianto.

Così nel mio tormento
Il fonte del mio mal sarà contento
Ed io tra vivo e morto
Senz’haver dalla speme
Ch’è vita degl’Amanti altro conforto
Spero tra questi horrori esser beato
Se pur lice sperare a un disperato.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.13(b).22

Scheda a cura di Giacomo Sances
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