Scheda n. 2374

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1760-1800

Titolo

Di Rosanna

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

compositore: Scalfi, Rosanna (1704 circa - dopo il 1742)
possessore: De Candia, Giovanni Matteo (1810-1883)
possessore: Cerutti, Domenico

Redazione

[Veneto : copia, 1760-1800]

Descrizione fisica

3 c. ; 220x300 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’intitolazione a c. 17r; num. delle carte moderna (17-19); a c. 17r in alto a sx è scritto da mano coeva: "VI"; a c. 19v incipit di Arde quest’alma (v. scheda 2375); nella descr. analitica 4.1 è in 6/8, mentre l’originale riporta 3/8

Titolo uniforme

Organico

Contralto e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
A, Mirar quei chiari lumi
%C-3$bB@c 8-'C2F8F6FF/4.G8G-6GA8B6BA/
2.1: Adagio(aria, fa maggiore, c)
A, Sento da nuovo ardore
3.1: (recitativo, c)
A, Se quest’anima mia
4.1: (aria, fa maggiore, 6/8)
A, Almeno voi pietosi venticelli

Trascrizione del testo poetico

Mirar quei chiari lumi
E non arder d’amore,
Questo è non aver core.
Io che la libertà dell’alma mia
Lunga stagion diffesi,
Io che gli altrui sospiri a scherno presi,
Io che sprezzai le lagrime, gl’affanni,
Le lusinghe e gli inganni
Di molti amanti or lassa,
Vinta mi veggio e resa
In servitù dal pargoletto arciero,
E sento un così fiero
Dolor per due bei rai
Che non spero già mai,
Sciolte le mie catene e il foco spento
Se non ha con la vita
Fine l’acerbo mio crudel tormento.

Sento da nuovo ardore
Struggersi l’alme e’l core,
né più di libertà la pace gode.
Vuole il bendato Dio
Arder il petto mio,
Col foco lusinghier della sua face.

Se quest’anima mia
Tra sì rigide fiamme arder conviene,
Se fra dure catene
Deve languire il core
Dimmi spietato amore,
Quando avrà fine un così lungo affanno?
Quando i giorni verranno
Del mio riposo? E quando
Potrò qualche conforto
Sentir al mio tormento?
Lassa, ch’io già ti sento
Rispondermi o crudele,
Che invan le mie qerele [sic]
Sperano pace dall’ingrato amante
Ond’io tra queste piante
Sparger vani sospir deggio e lamenti
Che m’odon solo e no’ han pietade i venti.

Almeno voi pietosi venticelli
Movetevi a pietà del mio dolore.
E già ch’io son fedele,
Siate voi quelli
Che almen date riposo a questo core.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rama - Roma - Bibliomediateca Accademia Nazionale Santa Cecilia
fondo Mario
collocazione A.Ms.3819.6

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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