Scheda n. 2328

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1713

Titolo

Cantata ò Dialogo / à 2. Voci / Canto, e Alto / Con VV. e Viola / Del Sig.r Carlo Fran:co Polaroli.

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Pollarolo, Carlo Francesco (c1653-1723)
autore del testo per musica: Ottoboni, Antonio (1646-1720)

Redazione

Roma : copia di Tarquinio Lanciani, 1713

Descrizione fisica

1 partitura

Filigrana

Non rilevata

Note

Doppo la Sinfonia titolo alternativo: "Leandro, et Hero / Duetto Con strom.ti." In una raccolta di cantate su testi di Antonio Ottoboni compilata nel 1713.

Titolo uniforme

Dalla cima di questa torre sublime. Cantata, Leandro et Hero

Organico

Soprano, contralto, 2 violini, viola e continuo

Descrizione analitica

1.1: Presto(sinfonia, si♭ maggiore, c)
2.1: (recitativo, si♭ maggiore, c)
Dalla cima di questa
3.1: Allegretto(aria, si♭ maggiore, 3/8)
Deh, più placide portate
4.1: (recitativo, c)
Hero, già m'avicino
5.1: Presto(aria, sol maggiore, c/)
Mà qual onda furibonda
6.1: (recitativo, c)
Ò cieli? Ò come incalza
7.1: Andante(duetto, si♭ maggiore, c)
Come mai trà quelle spume

Trascrizione del testo poetico

Hero: Dalla cima di questa
Torre sublime il mio Leandro vede
Arder la face usata al dolce invito.
Già si cimenta ardito
À lottar con Nettun la mano e il piede.
Hor dibatte, hor incurva, hor lento arresta,
Mà qual fiera Tempesta
Minaccia orrida nube?
Ahi, caro affretta,
Vieni salvo alla sponda
E à chi t’aspetta!

Deh, più placide portate
Tumid’onde il mio Tesoro.
Numi algosi, ei non v’offese,
Anzi in voi le dolci imprese
Del suo amor sempre ha fidate
Ed’io pure il mio ristoro.

Lea.: Hero, già m’avicino,
Già tocco il caro Lido
Non paventar, mio bene, ecco il tuo fido:
Del tuo ciglio divino
Al balenar d’un raggio
Mi s’accresce nel sen forza e coraggio.

Mà qual onda furibonda
Mi rispinge, mi costringe
Anche in porto à naufragar?
Frange in vano
L’empio flutto e piede e mano,
Che di mè più forza hà il mar.

Hero: Ò cieli? Ò come incalza
L’infelice garzon l’onda spumante?
Ò come Eolo baccante
Scuote il torbido flutto,
Ch’or profonda il mio bene et or l’inalza.
Ei si difende e balza
D’una in altr’onda, io disperato intanto
Temo dell’acque e mi distruggo in pianto.

Hero: Come mai trà quelle spume,
D’onde Venere già nacque,
Il mio amor perir potrà?
Lea.: Il mio foco trà quest’acque
Arde intrepido, ò mio Nume,
Mà il destin l’estinguerà.
Hero: Coraggio, Idolo mio!
Lea.: Manca la lena, oh Dio!
Hero: Pur vicina è la sponda.
Lea.: Si, mà si scaccia il ritornar dell’onda.
Già precipito al fondo.
Hero: Ed’io dall’alto
Or spicco il salto.
Lea.: Addio cara per sempre.
Hero/Lea.: Sù l’ali de sospir più che de venti,
Caro/bella, sen vola à te lo spirto mio.
Lea.: Già son sepolti in mar li miei contenti.
Hero: E già mi chiudo in quella Tomba anch’io.
Hero/Lea.: Così due cori Amanti havranno almeno
Morte e sepolcro eguale al mare in seno.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

GB-Lbl - London - British Library
collocazione Loan 91.11.2

Scheda a cura di Berthold Over
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