Scheda n. 1783

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1677

Titolo

Valeriano in carcere / poesia del Sig. Co. Gio. Battista Roscelli; [Giovanni Maria Bononcini]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Bononcini, Giovanni Maria (1642-1678)
autore del testo per musica: Rosselli, Giovanni Battista

Pubblicazione

Bologna : Giacomo Monti, 1677

Descrizione fisica

P. 133-151

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Disseratevi abissi orribili. Cantata, Valeriano in carcere

Organico

Basso e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, re maggiore, c)
Disserratevi abissi orribili
2.1: (recitativo, c)
Misero Valeriano
3.1: (aria, mi minore, 3/2)
Crudelissime ritorte
4.1: (recitativo, c)
E pur vivo? E non moro? E tu Gallieno
5.1: Largo(aria, re maggiore, 12/8)
Così va sempre d'affanni
6.1: (recitativo, c)
Numi del Lazio voi
7.1: Spiritoso(aria, la maggiore, c)
Che fate in Ciel? Che fate?
8.1: (recitativo, c)
D'anni carco e di ferro
9.1: Adagio(aria, re minore, 3/4)
Roma Gallieno addio io spiro io moro

Trascrizione del testo poetico

Disseratevi abissi orribili
Infuriatevi Mostri terribili
Su su ardete, distrugete
Cada Roma e ‘l Mondo tutto
Sia dal vostro furor arso e distrutto.
Spalancatevi Cielo abronziti
Di strali armatevi Numi infieriti
Atterrate fulminate
Morte regni, regni morte ed in eterno
Sia d’un Mondo infedel tomba un Inferno.

Misero Valeriano
Cinto d’aspre catene
Tu piangi la tua sorte e Roma ingrata,
Ed il figlio inhumano
Scordati a pieno de tuoi fasti alteri
Non han Scettri per te non hanno Imperi.

Crudelissime ritorte
D’empietà bende severe
Se bramate esser men fiere
Siate a me lacci di morte.

E pur vivo? E non moro? E tu Gallieno
Cesare no, ma Re de Mostri oh Dio
Lasci che il Genitore
Del tirrano Sapore
Viva esposto agl’insulti ai scherni all’onte?
Dunque su l’empia fronte
Cingi o figlio crudel Cesareo Alloro
Mentr’io privo d’Impero
Di cui pur vivi erede
Formo col capo altero
Trono a barbaro piede?

Così va sempre d’affanni
E ripiena iniqua Corte
E nel Soglio de tirranni
Regge il Scettro sol la morte.

Numi del Lazio voi
Che i Neroni aborriti
Come d’un figlio ingrato
Anzi d’un Mondo i falli ancor soffrite?

Che fate in Ciel? che fate?
Oziose Deità?
Se l’empio vivente
Del folgore ardente
Non prova i rigori
Amica d’errori
Astrea si dirà.
Che fate in Ciel? che fate?
Oziose Deità?
Dell’Etra i culmini
Di strali e fulmini
Diluvi piovano
Tremi il suol arda la Terra
Pace non habbia alfin chi mi fà guerra.

D’anni carco e di ferro
Così Valeriano
Il suo fato piangea
E invan vendette al Mondo al Ciel chiedea.
Quando l’empio Sapore
Per ingemar di sua barbaria il Manto,
Dalla fronte Reale
Sveller fè le pupille onde prosteso
Cadde al colpo fatale
Semivivo su ‘l suol l’Eroe costante
E con pallide labra
Con voce agonizante e l’aure e i venti
Pria di morir ferì con questi accenti:

Roma Gallieno addio io spiro io moro.
Con note di sangue
Quest’alma che langue
Su ‘l barbaro suolo
Scrive le tue perfidie e ‘l mio martoro
Roma Galieno addio io spiro io moro.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione X.120.11

Scheda a cura di Giulia Giovani
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