Scheda n. 1763

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1630-1660

Titolo

Quante stelle vaghe e belle

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Marazzoli, Marco (1602/5-1662)
autore del testo per musica: Melosio, Francesco (1609-1670)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1630-1660]

Descrizione fisica

C. 188-202v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano, contralto e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (aria, la maggiore, c)
Quante stelle vaghe e belle
%C-1@c 4-8''E'A''C6&DE?6&FD?&EF?/8EE8.'B6''D8CD
2.1: (recitativo, c)
Ah che per gli occhi amor
3.1: (aria, 6)
Luci d'ardor ripiene
4.1: (recitativo, c)
Luci belle

Trascrizione del testo poetico

Quante stelle vaghe e belle
Ciel seren di notte indorano
Tanto ohimè son le piaghe
Che uno sguardo al cor mi fè
Da duo begli occhi ardenti
Ferito a morte me ne vò
Ma se più sia l’anima mia
O dagli occhi io dir nol so.

Ah che per gli occhi amor se n’entra ogn’or
Da due luci ha il mio cor doppia ferita
Ed è sempre maggior la forza unita.
Ha strale più veloce
Lo sguardo de la voce

A
Quante rose rugiadose
Su l’April le siepi infiorano
Tant’ohimè sono i lacci
Ch’una lingua al cor mi fé
Dal suon di dolci accenti
Legato a morte me ne vò
Se sia più l’anima mia
Da la lingua io dir nol so.

Ah che porta d’amor l’orecchio ancora
M’incatena una voce e non la veggio
E celato nemico è sempre peggio
Ma non abbia però le glorie prime
La voce più che l’guardo al cor s’imprime.

A,bc rec
Non temete o labbra d’ostro
Ch’è più forte campion in vostro aiuto
E’ nato cieco amor ma non già muto.

Occhi belli se mi mirate
Voci amate se sempre mi parlate
Ad ogni’altro mirar voglio esser cieco
Ad ogn’altro parlar voglio esser sordo
Poiché in nostro paraggio
Sulla stellata mole
Sono mute le sfere è cieco il sole.

Luci d’ardor ripiene
D’un mare di beltà mute sirene
Il cui linguaggio caro
All’or ch’oscurò
Più parla più chiaro
Tutti i pregi a voi si denno
Che le leggi al mio cor date col cenno.

Aure e voci
Che di nettare condite
Tutte l’alme a voi rapite
Ogni pregio a voi si dia
Che s’al mio cor giungete
Tutto oprar v’è concesso
È nulla siete.

Luci belle
Se per voi pugnan le stelle
Chi dirà che la palma a voi non tocchi
È senza lingua il ciel non è senz’occhi
Ma chi sarà che l’alma mia
S’ella più sia
De la lingua o degli occhi a me dirà
Bella Dea dal cui labbro dal cui ciglio
Le catene le saette
Escon dolci ogn’ora più bella dea
Deh dillo tu
Ch’una forza una virtù
Che l’humana trascende
Bensi prova da noi
Ma non s’intende.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-MAC - Macerata - Biblioteca Comunale
collocazione MSS.MUS.113.43.21

Scheda a cura di Chiara Tiboni
Ultima modifica: