Scheda n. 1710

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1700

Titolo

Lidia tu sai ch’io t’amo / del Sig.r Giovanni Bononcini

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Bononcini, Giovanni (1670-1747)

Fa parte di

Redazione

[Roma : copia, 1690-1700]

Descrizione fisica

C. 111-134

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, si minore, c)
Lidia tu sai ch'io t'amo
2.1: (aria, re maggiore, c)
Quando credi ch'alla vista d'altro oggetto
3.1: (recitativo, c)
Fu destino l'amarti
4.1: (aria, sol maggiore, 3/8)
Chi dà nome di crudele
5.1: (recitativo, mi minore, c)
Se costanza io ricerco
6.1: (aria, si minore, c)
S'io credessi vederti costante

Trascrizione del testo poetico

Lidia tu sai ch’io t’amo
è mille volte
è mille dell’amor mio
prove bastanti havesti
perchè dunque molesti
la mia fede sincera
con rimproveri ingiusti
perchè mi credi
o mi motteggi
almeno d’ingrato
è d’infedel come Bireno
Quando credi ch’alla vista
D’altro oggetto
L’alma mia si venga meno
La bellezza del tuo seno
Troppo offendi e non l’intendi.

Fu destino l’amarti
Ma un destino però che non è cieco
Io conosco il tuo merto
Né mai d’esser Biren sarei capace
E s’un giorno la face
Del bendato fanciullo
Infido e ingrato mi volesse mai
Io Biren sarei
Ma tu Olimpia non sei ne men sarai
Né da lei diferisti
Per ragion di sembiante
Che questo è un pregio errante
E’ un caduco trofeo simile al fiore
Non hai d’Olimpia il core
E per la fede almen
Ci vuole Olimpia à rinfacciar Bireno.

Chi dà nome di crudele
Deve pria col core amante
Meritar la sua mercè
Chi mi taccia d’infedele
Deve pria col cor costante
Darmi prove di sua fè.

Se costanza io ricerco
Anzi giungo tal’hora
A bramar che Cupido
Mi trasformi in Bireno
Sol per brevi momenti
Per osservare un dì col ciglio infido
Se tu Olimpia diventi
Dimmi qual è lo scoglio
Dove t’abbandonai per altro oggetto
Pensa bella e vedrai
Che né il tuo né il mio seno
Segue Olimpia o Bireno
Ma per nativo orgoglio
O per genio incostante
Sei tal’or di te stessa e flutto e scoglio.

S’io credessi vederti costante
Forse un dì proverei di lasciarti
Per capriccio d’un nobil amor
Che l’amarti seguirti adorarti
non è prova d’un anima amante
senza esporsi a geloso rigor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rli - Roma - Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
fondo Fondo Chiti-Corsini
collocazione M 15/1.20

Scheda a cura di Anastasia Magalotti
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