Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Titolo uniforme
Organico
Bibliografia
Descrizione analitica
Occhi del mio bel sol pupille care
Dirò che siete stelle
Calamite non sete
Care faville
Mà se piaghe mortali
Volò ne tuoi begl'occhi
Se dunque abbaglia de vostr’occhi il lume
Trascrizione del testo poetico
Occhi del mio bel sol pupille care
Tanto leggiadri più quanto più neri
Come chiamar vi deggio à questo core
Vorrei che lo dicesse il Dio d’amore.
Dirò che siete stelle
Fregiate di splendor.
Vi chiamerò del volto
Due soli, che m’han tolto
Da questo petto il cor.
Calamite non sete,
Perché di ferro invece
Rapire il cor sapete.
E se neri voi siete, in voi la notte
Direi ch’abbia soggiorno.
Ma so ben, che per voi
Ho sempre lieto e più sereno il giorno.
Care faville,
Vive scintille
D’un dolce foco
Vi chiamerò.
Fonti d’ardore,
Nidi d’amore,
Chiari adamanti
Io vi dirò.
Ma se piaghe mortali
Voi formate nel cor, quando v’aprite,
Dirò, che siete strali,
Che consumate il cor, l’alma ferite.
Volò ne tuoi begl’occhi
Per riscaldarsi Amor.
Ma privo poi di lume
Si vidde e senza piume,
L’arciero feritor.
Se dunque abbaglia de vostr’occhi il lume,
Ne volger posso le mie luci altrove,
Poiché fanno di pianto un largo fiume,
Dirò che cieco io tornerò fra poco
O dal pianto ch’io verso, o pur dal foco.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione MU.MS.230.9
Scheda a cura di Berthold Over