Scheda n. 1075

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1700

Titolo

Sprigionati dal sonno / Del Sig.re Gasparini

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Gasparini, Francesco (1661-1727)

Fa parte di

Redazione

[Roma : copia, 1690-1700]

Descrizione fisica

C. 1-22

Filigrana

Non rilevata

Note

Per l’attribuzione del testo musicale a Francesco Gasparini cfr. ms GB-Lbl, Add. 34055 (il nome è presente nell’indice) e la bibliografia; ms appartenuto ad Andrea Adami da Bolsena

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, )
Sprigionati dal sonno
2.1: (aria, re minore, c)
Incomincio a sospirar
3.1: (recitativo, )
Io ti cedo Cupido
4.1: (aria, do maggiore, 12/8)
Amor sei trionfante
5.1: (recitativo, )
Cieco arcier cieco nume
6.1: (aria, la minore, c)
Amo un Dio che mi distrugge
7.1: (recitativo, )
Non s'accinga a gl'amori
8.1: (aria cavata, 3/2)
Ch'hanno gl'amanti
9.1: (aria, do maggiore, c)
Chi per duce non ha la fortuna
10.1: (recitativo, )
Imparate da me incauti amanti
11.1: (aria cavata, 6/8)
È mascherato inganno

Trascrizione del testo poetico

Sprigionati dal sonno
I miei dolenti lumi
Ecco sorger veggio dal Oriente
La furiera del dì l’alba nascente
E seguace di lei la vaga Aurora
I prati imperla e le campagne indora.
Ma’ per accrescer duolo
À martire à martire
Del mio bel sole i Rai
À serenarmi il Cor non spuntan mai

Incomincio a sospirar
Da che nasce e more il dì
E dolendomi così
Non ha fine il mio penar
Un sol momento
Il mio tormento
Tregua non hà.
O del nume d’Amor
Gran crudeltà.

Io ti cedo cupido
Fìa tuo piacer ch’io goda
In queste selve
Lieti giorni di pace
Cessa di tormentarmi
Non mi uccidere no sospendi l’armi.

Amor sei trionfante
Deh lascia il saettar
Son prigioniero Amante
A che più guerreggiar

Cieco arcier, cieco nume
Sono suddito tuo son tuo seguace.
Ti giurai fedeltà,
Ma credea ch’il tuo regno
Fosse regno d’amor e non disdegno

Amo un Dio che mi distrugge
Così vuol per me la sorte
Cerco un sole che mi fugge,
Che l’adoro e mi odia a morte.

Non s’accinga agli amori,
Non adori sembiante,
In corte di Cupido,
Chi non è fortunato.
Ch’hanno gli amanti ancora il loro fato.

Chi per Duce non ha la fortuna
Si prepari per sempre a soffrire.
Ceca Dea decretò dalla cuna
All’amante tenero martire.

Imparate da me incauti amanti,
Non credete a’ begli occhi,
Ad aureo crine,
Né a guance purpurine,
Né a labro di Cinabro.
Non fidate di un volto a’ la vaghezza
Che nel regno d’amore
È mascherato inganno.
La bellezza è mascherato inganno.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rli - Roma - Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
fondo Caetani
collocazione Ms 208.A.4.1

Scheda a cura di Maria Lettiero
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