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Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Testo messo in musica da Alessandro Scarlatti (cfr. D-MÜs , SANT Hs 3920)
Titolo uniforme
Bibliografia
Trascrizione del testo poetico
Nella tomba di Gnido
Fra le reliquie acerbe
Di tanti cori estinti
Cercava un dì Cupido
Il cenere immortal d’un cor costante;
Perché poi d’un amante
Che adorando tacea
Coprir volea l’ardore,
E alfin l’arciero Dio
Le ceneri trovò del foco mio.
Tu vedi o Cupido,
Che un petto più fido
Del mio non si dà;
È morto il mio core
E serba l’ardore
Di sua fedeltà.
2.a
Arciero bendato
Alfine hai trovato
D’un core la fé.
Ma lascia che il seno
Nel cenere almeno
Riposi con te.
Vissi gran tempo amante,
E l’oggetto adorato
Che adulava l’affanno
Mi promise contento,
Ma poi si palesò col tradimento:
Ond’io risolsi alfine
Di riscuoter la fede
Da quell’alma tiranna,
E scatenar quel laccio,
Che per error la libertà condanna.
Tornava la speranza
Lusinga del dolor:
Ma ben che in lontananza
Io la conobbi ancor.
2.a
Diceva che non era
Così crudele amor;
Ma lingua di Chimera
Più non intende il cor.
Molto col mio pensiere
Pugnai, nol niego, e vinsi;
Ma perché non tornasse
Altra fiamma novella
Su quel feretro a stabilir la luna
La memoria serbai del foco antico;
Anzi stimo fortuna
L’aver amato un giorno,
Che offerendosi agl’occhi
Qualche imago gradita
Ricordarmi dovrò che fui tradita.
Tu crudel che mi schernisti
Gloriarti almen potrai
Del mio cor che un dì t’amò:
Tu dirai che mi tradisti,
Io dirò che già t’amai,
E mai più non amerò.
2.a
Il piacer d’altra sembianza
T’allettò quando sprezzasti
La mia bella fedeltà.
Or vedrai la mia costanza
Se dal dì che mi lasciasti
Sempre vissi in libertà.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Vat. lat.
collocazione 10204.52
Scheda a cura di Teresa Gialdroni