Scheda n. 13098

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo manoscritto

Data

Data incerta, 1688-1692

Titolo

L'Andromeda di Gio: del viol.e con VV.

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

autore del testo per musica: Paglia Francesco Maria

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 57v-59

Filigrana

Non rilevata

Note

Testo messo in musica da Giovanni Battista Lulier (ma non esistono testimoni)

Titolo uniforme

Incatenata a un sasso. Forma non specificata, L'Andromeda

Repertori bibliografici

Pelliccia 2012: p. 141

Trascrizione del testo poetico

Incatenata a un sasso
Andromeda innocente
Piangea le sue sventure
E sul ciglio inclemente
Della belva marina
Già danzava la morte a lei vicina.
Ma quando poi Perseo
Al celeste destrier premendo il dorso
Con la spada fatale il mostro uccise
Essa accesa nel petto
Del più verace amore
Ristorava così gli affanni al core:

Campione amabile
Che fra le glorie
Del brando nobile
Pensasti sciogliere
A donna misera
Dai lacci il piè
Or a quest’anima
Ch’è sol tua vittima
Nodi più teneri
Ma indissolubili
Hai fatto stringere
Dalla mia fé.
2.a
O mio bell’idolo
Che vai per l’etera
E un mostro perfido
Lasciando esanime
L’aspre mie lacrime
Porti con te.
Sapesti togliere
Nume adorabile
L’ali a Mercurio
A Febo il Pegaso
Lo scudo a Pallade,
E il core a me.

Se il gran padre de Numi
Al talamo di Leda
Agli amplessi d’Europa
Pria fu cigno e poi toro;
Con la forma più bella
Volle cangiarsi alfine
Per la tua genitrice in pioggia d’oro:
perché ad onta degli anni
il tuo nome risplenda
e ti sia preziosa ogni vicenda.

Piega l’alma un momento ad amare
Tu che i mostri flagelli per gioco:
Che sarebbe pietosa sventura
Di sorte spergiura
Liberarmi da un mostro del mare,
Condannarmi ad un mostro del foco.
2.a
Segui o caro i trionfi del viso,
Se fu il brando ministro del fato
Poi contrastino marte ed amore,
S’è pompa maggiore
La fierezza d’un teschio reciso,
La fermezza d’un core svenato.

A bastanza pugnasti
E già col sangue immondo
Dell’estinta Medusa
Le tue glorie scrivesti eterne al mondo
E se forse nel petto
Ribollir sentirai genio guerriero
Ricordati che amor si chiama arciero;
Onde in mezzo alle paci
Con assalti d’affetto
Un labro è il campo ove son colpi i baci.

Non ha forza il tuo gran lume
Senza tempra di ristoro
Da lasciarmi nel dolor:
Tu sei prole d’un gran nume
Germe sei d’un’alma d’oro,
Né haverai di sasso il cor.
2.a
Vi disfida il core amante
Nel provar di Gnido il dardo
Occhi belli a saettar:
Benché figli del tonante
Al girar del primo sguardo
Imparaste a fulminar.

Sotto grave cimiero
Scalda un eroe la fronte,
E allor quando è palese
Va con la morte a coronar l’imprese:
Ma se ad amar lo guida
Il voler delle stelle,
Le battaglie d’amor son le più belle.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

V-CVbav - Città del Vaticano - Biblioteca Apostolica Vaticana
fondo Vat. lat.
collocazione 10204.46

Scheda a cura di Teresa Gialdroni
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