Scheda n. 12841

Ombre fuggite
Sparite dal Cielo
Su tolgasi il velo
A messe sì bella
Dall’aureo grembo di perle
Un nembo piova ogni stella
Cada deh cada
Celeste rugiada
Ed hor che spunta fuora
Con le lagrime sue rida l’Aurora
Trionfa o Tebro
Ecco a tuo pro dissera
L’adorato Pastore aureo Tesoro
Messe di spiche d’Oro
Per i Campi del Ciel
Già sorge in terra Roma
E quando ammiraste opre più belle
Mira descender d’Astri in Vaticano
Mira ecco il Ciel Romano
Ha le sue spiche e le converte in stelle
Festeggiate o spiagge apriche
Godi tu Roma beata
Mentre in te con messe aurata
Per traspiantarsi in Ciel sorgon le spiche
Ma che veggio? Che sento?
Veggio il Tebro festante
Ch’all’apparir del Regio suo sembiante
Fermando il piè d’Argento
Mormorando sen va voci gradite.

Zeffiretti Aurete amabili
Che d’intorno ite vagando
Ruscelletti ed onde instabili
Che fra l’herbe ite scherzando.

Fermate il volo
Fermate il piè
Più nobil suolo
Altro non è.

Qui dove sorge al Ciel messe gradita
Portate onde d’Argento aure di vita
Apprendete o Mortali
Sol quegli di regnar tra Regi è degno
Ch’Alma ha maggior del Regno
Presta a miei detti fede
Chi sopra se non ha dominio intero
Servo è del proprio Impero
E chi sprezzar nol sa non lo possiede
Te che recusi un Regno
Più che Reggina adora il Campidoglio
E su i rifiuti tuoi t’inalza il soglio.

Udite la tromba,
Già par che si gonfi
E l’echo rimbomba
A i plausi ai trionfi.

Queste son vere palme
Sprezzar gl’Imperi ed imperar su l’alme.