Scheda n. 11006

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1710 e il 1740

Titolo

Del Sig. Domenico Galassi [Mio cor fu gran sventura]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Galasso Domenico

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 13-16

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Mio cor fu gran sventura
2.1: (aria, re minore, c)
Qual fu mai pena maggiore
3.1: (recitativo, c)
Gelinda mia tesoro
4.1: Largo e Staccato(aria, 3/4)
Morirò ma nella sorte

Trascrizione del testo poetico

Mio cor fu gran sventura
Che t’indusse ad amar alma di fera
D’un immobile selce assai più dura
O Gelinda ch’adori
Sol prende a scherno e gioco
Le querele i sospiri i tuoi dolori
Fede non presta a tuoi tormenti e crede
Men spietato tuo ardor falsa tua fede.

Qual fu mai pena maggiore
Che soffrir può un cor amante
Del languir per chi nol crede
E penar senza pietà
Lo può dir l’acceso core
Che se ben fido e costante
Pur non trova alla sua fede
Che disprezzo e crudeltà.

Gelinda mia tesoro
Se non credi ch’io moro
Chiedene all’aura istessa
Che ti gira d’inferno
Calda de miei sospiri
De miei crudi martiri
Faccian fede per me la fonte il rio
Cresciuti al pianger mio
Oh quante volte o quante
A miei rochi lamenti
Eco rispose e si fermaro i venti
Tu sola al mio dolor non credi ancora
Che far dunque dovrò brami ch’io mora.

Morirò ma nella sorte
Spero un dì che di mia morte
Sentirai pietade al cor
Piangerai ma tardi il fato
D’un amante sventurato
Morto sol per tuo rigor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 22.1.4(2) [Olim Cantate 36].8

Scheda a cura di Ernesto Conti
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