Scheda n. 10736

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1700-1730

Titolo

Benché viva sempre in pene

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Astorga, Emanuele d’ (1680-1757)

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1700-1730]

Descrizione fisica

C. 12-24r [olim 11r-23r]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano, contralto e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: Adagio(duetto, fa maggiore, c)
Benché viva sempre in pene
2.1: (recitativo, c)
Navicella orgogliosa
3.1: (duetto, si♭ maggiore, 3/8)
FIdati pur de la speranza
4.1: Adagio(aria, do maggiore, c)
Del più chiaro e lieto dì
5.1: (recitativo, c)
Il profondo silenzio
6.1: Andante(aria, do maggiore, 3/8)
Nel altro Polo
7.1: Adagio(aria, si♭ maggiore, 3/8)
Vo’ cercando fra quest’ombre

Trascrizione del testo poetico

[Canto primo]
Benché viva sempre in pene
Adorando una beltà
Bacio ogn’or le mie catene
E non vo’ più libertà.
[canto secondo]
Per non viver sempre in pene
Adorando una beltà
Rompo alfin le mie catene
E ritorno in libertà.
[canto primo/canto secondo]
Se pietà mai non trovò
L’alma mia con la costanza
La speranza ancor le dice
Che felice un dì sarà.

Canto secondo
Navicella orgogliosa
Che sempre audace in tempestoso mare
A’ la furia de’ venti
A’ la forza dell’onde
di non cedervi vanta
Perisce alfin fra’ duri scogli infranta
Canto primo
Ma se temendo ognor l’atra procella
Mai dal porto non scioglie
Perde il piacer che reca
Doppo l’orrida scena
Reso placido il mar calma serena.

[canto secondo]
Fidati pur
De la speranza
Ma poi vedrai
Che sarà vano
Il tuo sperar
Si stancherà
La tua costanza
E allor dirai
Quand’era meglio
Lasciar d’amar.
[canto primo]
Mi vo fidar
De la speranza
E alfin vedrai
Che non fia vano
Il mio sperar
Trionferà
La mia costanza
E allor dirai
Che alfin gioisce
Chi sa sperar.

[canto primo/canto secondo]
Del più chiaro e lieto dì
Notte cara sembri a me
Sembri a me più chiara e bella
S’io vagheggio sol per te
La beltà che mi rapì
Ed aprì nel mio sen piaga novella.

Canto primo
Il profondo silenzio
Che teco adduci all’alma mia che pena
È di qualche ristoro
S’ei promette ch’io parli al mio tesoro
Canto 2.do
Le palid’ombre tue ponno bearmi
Recando agl’occhi miei
Quella luce gradita
Che di Febo il fulgor non sa recarmi.

[Canto primo/Canto secondo]
Nel altro Polo/sole
Splenda lucente
Il Dio di Delo
Co’ raggi suoi
Che il nostro cielo
Assai risplende
Lieto e ridente
Filli vezzosa
Vezzosa Filli
Col bel fulgore
Degl’occhi tuoi.

[Canto primo/Canto secondo]
Vo’ cercando tra quest’ombre
Sospirando quell’ingrata
che dal core
M’involò la libertà
Per trovarla il passo io movo
Ma so’ ben che se la trovo
Il suo sdegno il suo rigore
Maggior pena al cor darà.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms. 2221.2

Scheda a cura di delia
Ultima modifica: