Scheda n. 10375

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1670-1700

Titolo

Quel sol che a gli occhi miei

Presentazione

Partitura

Legami a persone

Fa parte di

Pubblicazione

[Napoli? : copia, 1670-1700]

Descrizione fisica

C. 55-60v [olim54-60v]

Filigrana

Non rilevata

Note

Adespota

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, do maggiore, c)
S, Quel sol che a gli occhi miei
2.1: (aria, do maggiore, c)
S, Che io viva così possibil non è
3.1: (recitativo, c)
S, Sì dolenti sospiri
4.1: (aria, do maggiore, c)
S, Cessa omai di saettarmi
5.1: (recitativo, do maggiore, c)
S, Et hor nel duol sommerso
6.1: (aria, do maggiore, 3/2)
S, Fuggite sparite
7.1: (recitativo, do maggiore, c)
S, Ma folle contro te
8.1: (aria, mi minore, c)
S, Vaghe stelle deh temprate
9.1: (recitativo-arioso, do maggiore, c)
S, Così mia cruda sorte

Trascrizione del testo poetico

Quel sol che a gli occhi miei
Splende diviso in due lucenti stelle
Quanto benigne son tanto più belle
Ma non sanno che io moro
Ardo taccio et adoro.

Che io viva così possibil non è
Se devi tacer risolvi mio cor
Più tosto morir ch’è troppo rigor.
Già mai non poter le piaghe scoprir
A chi ti ferì.

Se solo provar
Martiri nel sen
La morte mi fa
Concedasi almen
Al cor sospirar
E chieder pietà
O termini qui
La vita per me.

Sì dolenti sospiri
Se pur voi sete
D’innamorato con mute loquele
Dolorose querele
Argomenti di pene e di martiri
Voi solo potrete
Esprimer al mio ben sì grave ardore
In cui già langue incenerito il core.

Cessa omai di saettarmi
Cieco Dio che vuoi di più
Già tornasti a incatenarmi
In sì dura servitù.

Et hor nel duol sommerso
Spietato mio destin che far poss’io
Per scoprir al mio sol il foco mio
Ahi sento che risponde a miei martiri
Cela ancor i sospiri.

Fuggite sparite
Dal seno o contenti
Di pene e tormenti
La turba tiranna
Distrugga il mio core

Se barbaro amore
Soffrir mi condanna
Sì strane ferite.

Ma folle contro te
Nutrii voglie rubelle.

Se non fai che penar
Perché segui ad amar
Forza è di stelle
Resiste arbitrio human libero e sciolto
A le stelle del Ciel ma non d’un volto.

Vaghe stelle deh temprate
Del mio sen l’aspro dolor
Un sol guardo che mi date
Può bear questo mio cor.

Se da voi almen gradite
Mie ferite mirerò
Benché il fato congiurato
Sia a miei danni
Fortunato io mi dirò.

Così mia cruda sorte
Puoi darmi col tacer dolce la morte.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.30.9

Scheda a cura di Elisa Passone
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