Scheda n. 10368

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1670-1700

Titolo

Nell’horror di quest’ombre

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Redazione

[Napoli? : copia, 1670-1700]

Descrizione fisica

C. 6v-17 [olim 6v-16]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, c)
S, Nell'horror di quest'ombre
2.1: (aria, do minore, c)
S, Se sperate di gioire
3.1: (recitativo e aria, mi♭ maggiore, c,12/8)
S, Ma timido mio core
4.1: (recitativo e aria, fa minore, c)
S, Ma forse quei bei lumi
5.1: (recitativo-arioso, c)
S, Ahi folle e non m'accorgo
6.1: (aria, do minore, c)
S, Sogni almen voi sogni oh dio
7.1: (recitativo-arioso, c)
S, Sì sì notturne immagini

Trascrizione del testo poetico

Nell’horror di quest’ombre
Un misero fra gli amanti
Dall’amorosi incanti
In mar di pene assorto
Infelice così vado e mi porto
Ove cieco fanciul mi guida e vuole
Giro il piede fra l’ombre e cerco il sole
E mentre in quell’orrore
Furtivo inoltro il piede
Pietà chiedo a chi non crede
Il mio grave dolore
Onde al suon di lacrimosi accenti
Così sciolgo la lingua a l’aria, ai venti.

Se sperate di gioire
Miei pensier voi v’ingannate
Non ha luoco la pietate
La pietate di Cupido
Nell’impero ch’è guerriero
Tra le stragi ha il core usato
Ed è armato
Sol di strali per ferire.

Sono preggi di beltade
Il rigor, l’ire e l’orgoglio
Che tra scogli
Nasce sol per la vezzosa
E la rosa
Tra le spine suol fiorire.

Ma timido mio core
Di ch’a torto così tu ti quereli
Credi pur non è sempre
Quanti finge il rigor beltà severa
Ama, servi, sospira, adora e spera.

Dolce speme ch’agli amanti
Fra martir le gioie appresti
Tu sereni i dì funesti
Et in riso cangi i pianti.
D’un ch’adora a caldi prieghi
Teco sol par che si pieghi
D’un bel volto a la pietà
Ne mai mostrasi crudele
Sia pur rigida beltà.

Ma forse quei bei lumi
Che fanno a questo sen guerra crudele
Sprezzan le mie querele
Et hor nel sonno ascosi
Traggon in dolci sonni alti riposi.
Sì sì posate pur ch’io non pretendo
Importuno destarvi
Anzi amate pupille
Del vago ciglio entro i beati giri
Vi lusinghino il sonno i miei sospiri.

Luci care se dormite
Godo anch’io di vostra quiete
Che così voi non potete
Farmi al cor nuove ferite.

Ahi folle e non m’accorgo
Che il mio cor s’ella dorme indarno chiede
Pietà del suo martir a chi nol vede.

Sogni almen voi sogni oh dio
Deh pietosi a le mie pene
Descrivete all’idol mio
Il rigor delle catene
Crudo Amor che all’alma ordì
Che s’ho per voi del mio servir mercede
Non s’inganna dirò chi a sogni crede.

Voi con larve lusinghiere
Al mio ben me stesso offrite
Che con flebili preghiere
Pietà chiede a le ferite
De lo stral ch’il sen m’aprì
Che se vostra mercè trovo ristoro
Sogni già nel mio sen Numi v’adoro.

Sì sì notturne immagini
A voi solo sia lecito
Il raggirarvi qui
Riposi il mondo tacito
Fino ch’i lumi s’aprino
Di questo sole a riportarci il dì
Che vaghe d’imitar luci sì belle
Nell’etra ancor sembran dormir le stelle.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.30.2

Scheda a cura di Elisa Passone
Ultima modifica: