Scheda n. 10367

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1670-1700

Titolo

Cantata del Sig. [nome cancellato] di Gennaro

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Giordano, Giovanni (XVII sec.)
possessore: Di Gennaro, Andrea (sec. XVII-XVIII)

Fa parte di

Pubblicazione

[Napoli? : copia, 1670-1700]

Descrizione fisica

C. 2-6v [olim 1-6v]

Filigrana

Non rilevata

Note

Il nome dell’autore è di incerta identificazione perchè quasi completamente eliminato dalla rifilatura.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, sol minore, c)
S, Dalle pene amorose oppresso e stanco
2.1: (aria, sol minore, )
S, Perché omai Filli tiranna
3.1: (recitativo-arioso, c)
S, Qui con dolce sorriso
4.1: (aria, si♭ maggiore, 12/8)
S, Già che stabile scorgo il tuo affetto
5.1: (recitativo-arioso, sol minore, c)
S, Qui tacque e un dolce amplesso
6.1: (aria, sol minore, c)
S, Se mi nega amor pietate

Trascrizione del testo poetico

Dalle pene amorose oppresso e stanco
Sovra morbide piume
Un dì posai l’affaticato fianco.
E farmi goder non cura Amore
Sonno soave e grato
Temprò con dolce larva il mio dolore.
Viddi in ombra il mio sole
Che con luce serena
Offria ristoro alla mia acerba pena.
M’inoltro allor nell’amoroso arringo
E con tai voci tremole e dolenti
La mia bella nemica a seno io stringo.

Perché omai Filli tiranna
Tante pene a chi t’adora
Tante stelle il Ciel non ha
Quante piaghe io provo al cor.
Lascia omai tanto rigor
Chiedo un bacio per pietà
E s’a tanti prighi miei
Serbi il cor di sasso ancora
Fa ch’io ti spiri in sen se vuoi ch’io mora.
Perché omai Filli tiranna
Tante pene a chi l’adora.

Qui con dolce sorriso
M’interruppe i sospir e in tali accenti
Invitommi ai contenti.

Già che stabile scorgo il tuo affetto
Su la base d’invitta costanza
Cogli il frutto di lunga speranza
Che il penare ti sgorga al diletto.

Qui tacque e un dolce amplesso
Alla guerra amorosa al fin destina
Ma lasso all’hor che penso
Che di lungo penar sia giunto il fine.
Sen fugge il sonno et il soave impaccio
In aspro duol si cangia.
Un’ombra stringo e sol le piume abbraccio.

Se mi nega amor pietate
dolci larve non fuggite
Luci mie perchè v’aprite
se dormendo non penate
E se dormendo sol goder poss’io
vorrei ch’eterno fosse il sonno mio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.30.1

Scheda a cura di Elisa Passone
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