Scheda n. 6543

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Del s. Cesti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Cesti, Antonio [Pietro] (1623-1669)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1660-1700]

Descrizione fisica

C. 37-45v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (arioso, re minore, c)
Rimbombava d’intorno
2.1: (arioso, re maggiore, 3)
Falsi numi d’Olimpo havete vinto
3.1: (recitativo-arioso, c)
Dimmi dimmi iniquo tonante
4.1: (recitativo-arioso, c)
Anfione adorato
5.1: (aria, 3)
E voi dell’Erebo
5.2: (aria, 3)
Misera Niobe
6.1: (recitativo, c)
Volea più dir ma intanto
7.1: (aria, re maggiore, c)
Con mortal castigo acerbo

Trascrizione del testo poetico

Rimbombava d’intorno
Al suon di mille trombe
Per la regia di Tebe eco guerriera
Di Niobe e d’Anfion la prole altera
Già matura d’orgogli e d’anni acerba
Minacciava superba
Furor delle regie porte
Sovr’alati corsier battaglia e morte.
In folgorante soglio
Cinta di regij ammanti
De’ figli trionfanti
A dispetto del ciel Niobe godea
Quando l’invitta dea
Sorell’al re del lume
Per vendicar l’offesa
D’un oltraggiato nume
Chiusa da fosco e nubiloso velo
Non scese no precipitò dal cielo.
Vibrò dall’arco eterno
Strali di morte
E tutti con saette improvise
Dell’impero di Tebe i figli uccise
Disperato Anfion col proprio ferro
Sanguinosa l’uscita all’alma asperse
Quindi Niobe converse
Più per forza del duolo
Che per opra del ciel le membra in sasso
Ma pria che l’alma a volo
Abbandonato l’impetrito petto
Sciolse le bionde trecce e l’aure bende
Tutta rabbia e veleno
Queste al ciel fulminò bestemmie horrende:

Falsi numi d’Olimpo havete vinto
Ecco in breve recinto
Del mio sangue real l’empio macello
Ecco privo d’avello
Il monarca di Tebe a terra estinto.
Falsi numi d’Olimpo havete vinto.

Dimmi dimmi iniquo tonante
Barbara deità Nume bugiardo
Idolo senza legge e senza fede
Quel riposo qual sede
Doppo cotanti mali
Sperar ponno i mortali
Se dal senato eterno
Si mandan regi a popolar l’inferno?
Anima d’Anfione
Che disperato intanto
Alla spoglia real anco t’aggiri
Contro i rapidi giri
Delle nemiche spere
Sprona de’ figli tuoi l’anime altere
E trionfante a queta regia invia
Catenata Giunone e Giove avvinto.

Falsi numi d’Olimpo havete vinto.

Anfione adorato
Ch’al suon dell’auree corde
Dest’il senso alle rupi immote e sorde
Torna rendilo a me
Cui l’empio fato forma
Di pieta il seno
Deh ti commuova almeno
Trafitti rimirare
A un tempo solo
Quei dal ciel tu dal ferro e me dal duolo
Volate hor qui volate
Dalla città del pianto
Anime tormentate
E rimirando queste
Dite se mai vedeste
Nel regno de i tormenti
Tragedie più funeste e più dolenti.

E voi dell’Erebo
Erinni squallide
Con ombre pallide
Velate il sol
Vinta dal duol
Niobe implacabile
Più miserabile
La morte impetra
Tebe figli Anfione io son di pietra.

Misera Niobe
Colma d’ingiurie
Più delle furie
Tormenti havrò
Mio cor sperò
Scettro più nobile
Hor fatto immobile
Qui fermo il passo
Tebe figli Anfione io son di sasso.

Volea più dir ma intanto
Si congelaro in sensi entro le labbia
E nell’arida sabbia
Restò donna impetrita
Senza spirti senz’alma e senza vita.

Con mortal castigo acerbo
L’empio fato il cor superbo
D’una reina ancor Giove riprende
Così punisce il ciel ch’il cielo offende.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 50 olim 33.5.38 deinde Arie 63.6

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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