Scheda n. 5365

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1789

Titolo

Sigismondo | Cantata | per | S. Gaetano | 1789 | Parti Due

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)

Pubblicazione

[Napoli : autografo, 1789]

Descrizione fisica

1 partitura (I,97,II c.) ; 220x295 mm

Note

A c. 97r: "Fine. | A Gloria di Dio, della Vergine | Santissima | e S. Gaetano Glorioso 1789 | Giuseppe Sigismondo"; nel catalogo SBN l’antica segnatura della cantata è erroneamente indicata come "Cantate 291"; il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.

Titolo uniforme

Organico

Soprano, contralto, basso, 2 flauti, 2 oboi, fagotto, 2 violini, viola e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: Allegro spiritoso(sinfonia, re maggiore, c)
1.2: Andante(sinfonia, la maggiore, c)
1.3: Allegro assai(sinfonia, re maggiore, c)
2.1: Allegro(aria, si minore, c)
Già trionfante altera
3.1: (recitativo, c)
Sì che mi lice infin dell'opra mia
4.1: Allegro(aria, do maggiore, c)
Su di mill'alme ancora
5.1: (recitativo, c)
Eh che deliri son d'inferma mente
6.1: Andante(aria, fa maggiore, 3/8)
Se molle Zefiro
7.1: (recitativo, c)
Dunque all'opra ciascuna
8.1: Allegro(aria, sol maggiore, c)
Parto del caro Figlio
9.1: Andante(recitativo, c)
Oh potenza d'un Dio, or che tra cento
10.1: (cavatina, do maggiore, 3/4)
Dovunque il guardo giro
11.1: (recitativo, c)
Tanto adunque sperate
12.1: Andante(aria, sol minore, c)
Se miro quel volto
13.1: (recitativo, c)
Oh folle cecità l'uomo che appena
14.1: Largo(aria, re maggiore, c)
Vorrei spiegar qual sia
15.1: (recitativo, c)
E pur tra tanta fede
16.1: Allegro assai(aria, mi♭ maggiore, 3/4)
Procelle e turbini
17.1: (recitativo, c)
Contro il voler divino
18.1: (aria, sol minore, 2/2)
Ah ritorni al verde prato
19.1: (recitativo, c)
Che più attendi? Che fai? Paventi forse
20.1: (aria, re maggiore, 3/8)
Dalle celesti sfere

Trascrizione del testo poetico

[Parte prima]

[Eresia]
Già trionfante altera
Spiegò le invitte insegne
La gloria mia primiera
Già veggo rinnovar.
La più lontana gente
D’ogni remoto loco
Vedrò venir fra poco
Mia legge ad abbracciar.

[Eresia]
Sì che mi lice infin dell’opra mia
Dopo tanti sudori
Il frutto rimirar. Depressa, estinta
Già parmi ogni nemica. Ai dolci accenti
Del mio Figlio Lutero ai chiari lumi
Di sua invitta ragion sorger rimiro
Dal letargo profondo
Ove cieca credenza immerso il tenne
Le mie leggi a seguire intero il mondo.
[Fede]
Non son sì certi ancora
Superba i tuoi trionfi. Ond’hai coraggio
Tanto vantar? [Eresia] E tu chi sei sì ardita
Che alle vittorie mie il corso arresti?
[Fede]
Chi mai non conoscesti
Quella son io del Divin Verbo figlia
Speme e consuol di chi vivendo crede
Vera guida del Ciel, sono la Fede.
[Eresia]
La Fede! Sì quella dal volgo ignaro
Creduta Dea. [Fede] T’inganni
Anzi da saggi tutti
Seguita ed adorata. [Eresia] Invan presumi
Contender meco. Il tempo ecco che venne
Onde di nuovi lumi
Reso il mondo già adorno il duro giogo
Scuote di servitù, già schivo abborre
Di penare e sperar di creder cieco
Quel che non è palese
Né vide mai mortale o non intese.
[Fede]
Il maggior pregio è questo
Degli affetti d’un core
Alla legge obbedir [Eresia] Di qual favelli?
Forse di quella che da figli miei
Abbattuta e schernita
Dalla terra e dall’uom fugge avvilita?
[Fede]
Più fausto il tempo mai non ebbi inver
Per arricchir d’eroi l’impero mio.
[Eresia]
E pur da mille schiere
Veggo offirmi devote arabi odori,
Olocausti e corone.
[Fede]
Lo so: ma tutto vince un mio Campione.
[Eresia]
Un tuo Campione, e chi sarà sì ardito?
[Fede]
Di Vicenza il decoro,
Del Veneto Leon pregio sublime
De Tieni l’onore e mio sostegno
Egli è Gaetano. [Eresia] Ahi che da fiero sdegno
Sento avvamparmi il cor; è questi il grande
Alcide del tuo Regno? Ancor fra poco
Un tal Campion vedrai
Offrir umile omaggio a piè del soglio.
[Fede]
Anzi il tuo vano orgoglio
Fiaccar saprò qual nell’Ircane selve
Generoso Leon fa de’ nemici
Stragge e ruina tal, d’ogni seguace
Farà della tua legge empia e fallace.

[Fede]
Su di mill’alme ancora
So che vorresti il vanto
Ma basta a me soltanto
A debellarti ogn’ora
L’impero di quel cor.
Quel cor dal cui valore
Racquisterò mia pace
Ripiglierà mia face
Il primo suo splendor.
Su di mill’alme ancora...

[Eresia]
Eh che deliri son d’inferma mente
I tuoi presaggi il vero
Discoprirà l’effetto [Fede] E lo vedrai
[Eresia]
Ma come? [Verità] A tuo dispetto
Io lo difenderò. Lo scudo mio
Li formerà riparo
[Eresia]
Venite ancora mia crudeli nemiche
Non vi curo, né temo. All’altre accoppio
La presente sconfitta? [Verità] Audace ardisci
Di resisterci ancor Idra d’Inferno
Or proverai se vaglia
Di Gaetano la destra ed il consiglio
I fedeli a sottrar dal lor periglio.
[Eresia]
Sempre minacce sempre
Promettete ruine e intanto in pace
Veggo il mondo abbracciar i sogni miei.
[Fede]
Sola da stolta sei
Riverita adorata [Verità] Al vizio in braccio
Chi sicuro abbandona il giusto e ’l vero
Non si fidi del Ciel che la vendetta
Quando è tarda grave più s’aspetta.

[Verità]
Se molle Zefiro
Scherza fra l’onde
La prora accelera
Verso le sponde
Sicuro e placido
Il buon nocchier.
Ma quando giungere
A quelle aspira
Cangiato in turbine
Spesso lo mira
Che muta in lagrime
Ogni piacer.
Se molle Zefiro...

[Eresia]
Dunque all’opra ciascuna
Sollecita s’affretti [Fede] Anzi al trionfo
Anelante m’accingo
[Verità]
Ed io le palme a raccor mi preparo.
[Eresia]
I dogmi miei se ’l fedele Lutero
Sparsi avrà fra le genti invan s’oppone
D’ambo il poter [Verità] Vedrai,
Superba il fiero orgoglio
De fiaccarti ei saprà in quest’istante
Né volo a suscitar doppie scintille
Nell’acceso suo cor, ed in quel zelo
L’onte vendicherà la Chiesa e ’l Cielo.
[Fede]
Ed io fida compagna
A lui sempre sarò; l’immenso ardore
Ecciterò maggiore onde ruini
Abbattuta e sconfitta
Da sua costanza invitta
L’oste nemica e sia
La sua caduta la vittoria mia.

[Fede]
Parto del caro Figlio
A ravvivar l’ardore
[Verità]
Vado nel gran periglio
Ad animargli il core
[Eresia]
A sollevar ne volo
L’oppressa libertà.
[Fede] Taci! [Eresia] Perché? [Verità] Superba!
[a 3] La gloria a me si serba
Di vendicar dall’onte
L’offesa verità.
[Fede / Verità] A quei celesti accenti / A quei divin portenti
Nel bel splendore antico / Nel bel splendore antico
La fè ritornerà / La fè ritornerà.
[Eresia / Fede / Verità]
Ogni mortal nemico / E trionfar vedremo / E trionfar vedremo
Estinto al suo cadrà. / L’offesa verità. / L’offesa verità.

[Parte seconda]

[Verità]
Oh potenza d’un Dio, or che tra cento
Tenebre oscure e cento
Da seguaci del senso insani e stolti
Avvolger si procura
Della sua santa legge il vero lume,
Nel lor maggior vigore
Vuol che da un’alma sola estinta cada
La gran turba degl’empi
E tornino i fedeli all’are e ai tempi.

[Verità]
Dovunque il guardo giro
Immenso mio Signore
La tua grandezza ammiro,
Ammiro il tuo poter.

[Eresia]
Tanto adunque sperate
Nel poter di costui? Almen si sappia
Qual ne sia la cagion. [Fede] E non ti sembra
Egli eletto dal Ciel? I chiari segni
Forse non riconosci? [Eresia] Anzi stupisco
Come su’ vani sogni
Concepite nel sen tanta baldanza?
[Verità]
Erri la sua costanza
Gli avversi in superar funesti incontri
De’ potenti seguaci
Dell’infame tua setta: Il rio veleno
Della malizia altrui;
Le false accuse
De’ perfidi nemici,
Non è umana virtù ma certo segno
Dell’aiuto divin né questo dono
Si comparte dai Cieli
Se non a figli suoi cari e fedeli.
[Eresia]
Dunque un dubio presaggio
Tant’oltre vi rincora? [Verità] Ah tu non sai
Di quanti preggi e quali
Quella grand’alma è adorna
In Gaetano della grazia compresi
Tutti sono i tesori e tutte accolte
Le più rare virtudi onde bisogna
Sia munita e difesa un’alma eletta
A così grande Impresa.

[Verità]
Se miro quel volto,
Se cerco quel core
In essi raccolto
Risplende l’amore,
Trionfa la speme,
La fede e ’l valor.
In alma sì grande
Adora il pensiero
L’eccelso mistero
Del sommo Fattor.
Se miro quel volto...

[Eresia]
Oh folle cecità l’uomo che appena
Comprender può quanto a’ mortali sensi
Mai natura svelò di suo sapere
Presumerà più ardito
Intendere i misteri
Fuor del senso compresi o non mai veri.
Ah sì inganna chi il crede
E se finora a seguir i tuoi dogmi
Troppo credulo attese il volgo insano
Non fu sua elezion, ma perché forse
Non ebbe chi li porse
Di mia vera Ragion picciolo un lume
Che allor veduto avessi in un baleno
Lasciar col mondo tutto
Di tua legge il sentiero
Non che Gaetano, ma Giovanni e Piero.
[Fede]
Taci lingua infernal, i miei precetti
Forse il crederli costa
Tanto stento e sudor? Al senso adatti
d’una mente mortale
Sò che non son Natale esser dovea
Dell’opre eccelse e grandi
D’un divino fattore
Divino ancor l’Arcano: Ad onta tua
Mirane pur superba
In Gaetano l’esempio
Vedi come nel sen, nell’alma tutta
Fervente cede l’amoroso foco
Di creder cieco a miei precetti, e tanto
Che del Mondo, e del Ciel la meraviglia
Di già diviene e a suoi nemici istessi
Stupore arreca ancorché vinti e oppressi.

[Fede]
Vorrei spiegar qual sia
Del suo bel cor la fede
Ma lo spiegarla eccede
La forza del saper.
Come da chiara luce
Resta l’orrere estinto
Così confuso e vinto
Rimane il mio pensier.
Vorrei spiegar qual sia...

[Eresia]
E pur tra tanta fede,
Tra di tante Virtù con tal Campione
Sempre nuove corone
Accresco al soglio mio; poc’altro infine
Mi rimane a compir. [Verità] Anzi il maggiore
[Eresia]
E che! L’Italia sola
Resisterà sfornita
De’ miei figli al valor? Venezia, Roma
E non Napoli l’altre
Poche città rimaste i miei consigli
Renderan forse vani?
[Verità]
Sì perché tra di loro
Vive un Gaetano; mira
In Napoli i tuoi messi,
Il Valdesio, l’Ochino ed il Vermiglio
A un volger di suo ciglio
Già scoverti fuggir al solo nome
Di Gaetano apprese
L’empia setta a tremare, il cor più ardito
All’opre sue restar vinto e avvilito.
[Eresia]
E pur vedrai fra poco
Napoli i dogmi miei
Sollecita abbracciar. [Fede] Invan lo speri,
[Eresia]
Armerò contro lei ogni mia possa.
[Fede]
Ogni sforzo deluso
Rimaner ne vedrai se in lui confida
[Eresia]
Tanto potrà sperar? [Fede] Sì [Verità] Lo vedrai
[Eresia]
Chi la difenderà dal furor mio?
[Verità]
La destra sua... [Fede] E ’l gran poter d’un Dio.

[Eresia]
Procelle e turbini
Non temo no,
Il mondo in cenere
Cader farò.
Se tenta opprimere
Il mio valor
Procelle e turbini
Non temo no.
Tremuoti orribili,
Tempeste e fulmini
Son lievi imagini
Del mio furor.

[Fede]
Contro il voler divino
Ostentar la tua possa invan presumi
[Verità]
Quanti prodigi immensi
In lui opra il Signor, il mar cruccioso
Ad un suo detto ogni tempesta affrena.
La terra obbediente
Di bionda spica e dolci frutti abbonda
L’aer sereno e puro
I putridi vapori
Allontana e discaccia e ’l foco ancora
Contro de’ figlio suoi non più divora.
Ad un sol detto, a un fiato
La smarrita vedura il cieco impetra
E l’infermo ed il muto
A un suo toccar di mano
La favella ripiglia e vien già sano.
Alfin la parca mensa
De’ suoi figli e compagni
Per lui vedi abbondar onde a ragione
Padre di providenza
A portenti suoi grandi ognor chiamollo
Ed al suo nome solo
Ch’oggi Napolia dora
Fugge ogni mal, fugge l’Inferno ancora.
[Eresia]
Ma sempre in vita
Gaetano non sarà, nel suo morire
Ripiglierò più lena. [Verità] Il corpo frale
Se depone qua giù, l’alma beata
Sempre desta sarà. De’ figli suoi
Se non manca la fè, manca non puote
Il suo aiuto fedele. [Fede] Ognor costante
Nel Nome glorioso
Napoli adorerà di sì gran Santo
La potenza d’un Dio, e all’ombra intanto
Del Patrocinio antico
Il vanto porterà d’ogni nemico.
[Eresia]
Oh mio eterno rossor un Alma sola
Abbatte il mio valor, perfide stelle,
Se Napoli serbaste
All’onor di Gaetano invan potrete
Un dì schivar della mia possa il lampo
E se libera lascio
Questa debole impresa
Tornerò di trionfi onusta in breve
A debellar l’audace
Sol di guerra ministra, e non di pace.
[Fede]
Oh felice Sebeto.
[Verità]
Partenope beata. [Fede] Ecco già sgombo
Il sen dal crudo mostro. [Verità] Il fertil suolo
Dell’antico splendor ecco si adorna.
[Fede]
La pace desiata alfin ritorna.

[Fede]
Ah ritorni al verde prato
La smarrita pecorella
Or che vinto e debellato
Fugge il lupo insidiator.
Torni pur la pastorella
A menar l’usata vita
Sotto l’ombra pria gradita
Del sicuro e verde allor.
Ah ritorni al verde prato...

[Verità]
Che più attendi? [Fede] Che fai? [Verità] Paventi forse
Napoli le minacce [Fede] I fieri detti
Torni forse a temer? [Verità] Ah no la fede
Accresci e raddoppia
In quel santo valor [Fede] D’ogni nemico,
D’ogni male o tempesta
Ei ti difenderà, se umil, devoto
A lui ricorri con fervente voto.
[Verità]
Ma voi Geni fedeli
Della bella Sirena in sì gran giorno
Taciti ancor ne state
Così infine serbate
La memoria immoral? Ah no, risuoni
Ogni remota sponda ed ogni lido
Di Gaetano il gran nome, il mondo ammiri
Al rinnovar dell’anno
Come un suo protettor Napoli onora
E tra mille di festa e allegri evviva
Risponda al cantar nostro eco gioliva.

[Verità]
Dalle celesti sfere
Ove risiedi e godi
Ascolta le tue lodi
Oh nostro Protettor.
[a 3]
Ascolta le tue lodi
Oh nostro Protettor.
[Fede]
Per ogni terra o lido
Il più rimoto e strano
Risuoni di Gaetano
Il Santo nome ognor.
[a 3]
Ascolta le tue lodi
Oh nostro Protettor.
[Eresia]
Del popol tuo fedele
Deh ti pervenga accetto
Questo devoto affetto
Figlio d’un vero amor.
[a 3]
Ascolta le tue lodi
Oh nostro Protettor.
[Verità, Fede]
Lo serbi, lo difendi
D’ogni nemico audace
Non turbi a lui la pace
Speranza né timor.
[a 3]
Ascolta le tue lodi
Oh nostro Protettor.
[Verità, Fede]
Lo stral vendicatore
Della divina mano
Per noi lo rendi vano,
Dispersi il suo furor.
[a 3]
Dalle celesti sfere
Ove risiedi e godi
Ascolta le tue lodi
Oh nostro Protettor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 292 (olim 20.5.25; olim 25.1.7)

Scheda a cura di Giulia Giovani
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