Scheda n. 5238

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1660 e il 1690

Titolo

del Sig:re Alessandro Stradella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)

Pubblicazione

[Bologna] : [copia], [1661-1690]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 1-19)

Note

Letterone iniziale "A". Esemplare non segnalato in Gianturco-McCrickard 1.1-9

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Aure voi che spirate
2.1: Lento(aria, sol minore, 3/4)
Vesti o cielo azzurro amanto
2.2: Lento(aria, si♭ maggiore, c)
Scherzi in mar placida l'onda
3.1: (recitativo, c)
Godi o Tebro or che riede
3.2: (aria cavata, sol minore, 3/4)
Smalta quel suol d'inargentate brine
4.1: (aria, sol minore, 6/8)
Su su sparite
4.2: (aria, sol minore, 3/4)
No non fuggite

Trascrizione del testo poetico

Aure voi che spirate
Di Partenope ai lidi
E voi navigli fidi
Che quell’onde solcate
Solo vi chieggio che per mio ristoro
A me rendiate Erminda o ch’io mi moro.
Pini voi che le miniere
Dell’indiche maremme impoverite
Per compiacer l’avide menti umane
Del mare all’onde insane
Vi consegnate e alle procelle in seno
Frangervi non curate
E doppo aver solcato
Sin dall’occaso all’orto
La vostr’ancora alfin abbraccia il porto.
Or se con longo e fatticoso giro
Salve portate altrui merce gradita
Discaro non vi sia
Da Partenope a me recarsi la vita.

Vesti o cielo azzurro amanto
E respira aura soave
Usignuol non ti sia frale
Festeggiar con il tuo canto
Or ch’a me riede il mio ben,
Rio velen di gelosia
L’alma mia tormentata fu a bastanza
Dal rigor di tiranna lontananza.

Scherzi in mar placida l’onda
E si vesta il suol de fiori
Voi del rio garruli umori
Festeggiate in verde sponda
Or ch’a me riede il mio cor
Caro amor fa piaga eguale
Col tuo strale
O al mio sen spegni l’ardore
O cangia alla crudel sembianza o’ core.

Godi o’ Tebro or che riede
Dalle partenopee spiagge vicine
La bella Erminda tua
E lì dove passar deve il ben piede
Smalta quel suol d’inargentate brine.

Su su sparite
Pensieri vili
Di servitù
Non più, non più.
No che non voglio amar
Ma sol voglio adorar
Della mia libertà l’ore gradite
Su su sparite.

No non fuggite
Affetti miei
Meco vi vò
Fin che vivrò.
Sì voglio adorar
E sempre sospirar
Già che così per me stelle influite
No non fuggite.

No non fuggite...

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Baf - Bologna - Archivio-Biblioteca dell'Accademia Filarmonica
fondo Antico
collocazione 1466.1

Scheda a cura di Giulia Giovani
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