Scheda n. 5209

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Fra più riposti abissi / [Giacomo Carissimi]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)
autore del testo per musica: Balducci, Francesco (1579-1642)

Fa parte di

[Cantate da camera] (n. 4713/44)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1641-1660]

Filigrana

Non rilevata

Note

Attribuzioni dai repertori. Variante testuale della cantata "Dai più riposti abissi". L’accompagnamento strumentale dei violini è limitato all’aria "Frenate i pianti"; le arie a cui partecipano tutte e tre le voci sono "Notte gelida e serena" e la strofa "Deh piovete o stelle amiche".

Titolo uniforme

Organico

2 soprani, basso, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Fra più riposti abissi
2.1: (aria, la maggiore, 3/2)
Se la su nel Ciel sereno
2.2: (aria, la maggiore, 3/2)
S'egli'è ver che dalle fasce
3.1: (aria, la maggiore, 3/2)
E se 'l meschino
3.2: (aria, la maggiore, 3/2)
S'egl'è si forte
4.1: (aria, la maggiore, 3/2)
Ahi cielo, ahi notte
5.1: (aria, la maggiore, 3/2)
Notte gelida e serena
6.1: (aria, la maggiore, 3/2)
Coi fulgor delle tue stelle
6.2: (aria, la maggiore, 3/2)
Tu del sole ai caldi lampi
6.3: (aria, la maggiore, 3/2)
Deh piovete o stelle amiche

Trascrizione del testo poetico

Fra più riposti abissi
Dell’erebo profondo
Sciolgansi l’ombre a dar fuga al giorno
Già tutta fuor da le tenacee grotte
Sovra carro stellato esce la notte.
Levate gl’occhi al Cielo egri viventi
Come la fronte in ciel v’alzò natura
Leggete nelle stelle all’aria scura
De vostri chiusi fati i dubbi eventi.
Scritti la su d’eterna man vedrete
In caratter di luce afflitti amanti
I vostri brevi risi e i lunghi pianti,
De cui rivi amor fero ha tanta sete.

Se la su nel Ciel sereno
Scritta a pieno
Fu l’istoria de mia danni
Or ch’in ciel
Si raccende ogni facella
Chi m’addita la mia stella?

S’egli’è ver che dalle fasce
Uom che nasce
Ha dal ciel sorte o disastro
Di qual astro
Piove ’l destin ch’a la prima m’appella.
Chi m’addita la mia stella?

E se ’l meschino
Per lungo piangere
Ne men può frangere
L’empio destino
Il sospirar, il lagrimar che può?

S’egl’è si forte
Mia dura sorte
Che vincer non si può
Il sospirar, il lagrimar che può?

Ahi cielo, ahi notte
Di pietà rubella
Chi m’addita la mia stella?
Frenate i pianti
Meschini amanti
Ch’a lunghi prieghi
Vien che si pieghi
Duro destino
E spesso i numi irati
Cangiano i fati,
E spesso il saggio, il forte
Fabbro a se stesso è di beata sorte.

Notte gelida e serena
Che de miseri mortali
L’alme acquieti e sgombri i mali
Mentre i corpi il sonno affrena.

Coi fulgor delle tue stelle
Il pilota opra le vele
Gli dai tu per mar crudele
Appodar le rive belle.

Tu del sole ai caldi lampi
Col tuo gel tempri l’arsura
Tu ristauro di natura,
Di rugiada inondi i campi.

Deh piovete o stelle amiche
Sovra noi raggi vitali
Fin per voi s’abbiano i mali
E i travagli e le fatiche.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

US-CAh - Cambridge, MA - Harvard University, Houghton Library
collocazione MUS Ms 106.44

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: