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Record number 428

Bibliographic levelConstituent unit
Document typeHandwritten music
DateUncertain date, 1700-1740
ComposerCesarini, Carlo Francesco (c1665- dopo il 2.9.1741)
LyricistBuonaccorsi, Giacomo
CopyistGinelli, Alessandro
TitleParole del S.r Abb.e Bonacorsi. Musica del Sig.r Cesarini
Musical presentationNot applicable
Publication[Roma : copia, 1700-1740]
Physical description10 c. (115r-124v) ; 205x270 mm. Watermark: Giglio inscritto in un cerchio doppio.
NotesTit. dall’intitolazione a c. 115r; cartulazione coeva: 113-122
Uniform titleGià gli augelli canori. Cantata
Medium of performance1V,1str: S,bc
Bibliographic repertoriesURFM
SBN: MSM0045921 external link
RISM A II: 850022380 external link
Sciommeri 2009-2010: n. 24
BibliographySciommeri 2017b
Sciommeri 2014
Analytical description1.1: (Recitativo, c)
S: Già gli augelli canori
%C-1$bBE@c 4-8''DD4'B8BA/BB-
2.1: (Aria, sol minore, 3/8)
S: Dove, infido, e dove vai?
3.1: (Recitativo, c)
S: Ah, perfido tu fuggi e qui mi lasci
4.1: (Aria, si bem. maggiore, 3/4)
Austri terribili
5.1: (Recitativo, c)
S: E pur vorrai lasciarmi
6.1: (Aria, sol minore, c/)
S: Aure, voi che in mezzo al mare
Is part ofCantate e composizioni strumentali (record n. 350)
Poetical text transcriptionGià gli augelli canori
Con dolce melodia
Salutavano il sol che allor venia
Dall’indico oriente,
Quando il ciglio lucente
Aprendo a’ rai del giorno
Rimira d’ogni intorno
L’infelice Arianna, e cerca invano
Il perfido inumano,
Il traditor crudele,
Che con fugaci vele
Già solcava del mare il flutto infido
E in quel deserto lido
Lacerando il bel crine,
Percotendo il bel volto
Col guardo ogn’or rivolto
A seguir chi fuggia con mesti accenti,
Sparse contro Teseo questi lamenti:

Dove, infido, e dove vai?
Torna al lido ove tu sai
Che lasciasti chi t’adora.
Infedel sposo tiranno
Non mi dar più fiero affanno,
Volgi a me crudel la prora!

Ah, perfido tu fuggi e qui mi lasci
Sola col mio dolore
A ricercar pietade ai tronchi, ai sassi,
Crudele e con qual core
Puoi render tal mercede
A chi scampo ti diede
Dal funesto periglio?
E come asciutto il ciglio
Potrai vantar tal’ora
In pensar che tradisti
Una sposa fedel che ancor t’adora.
Volgi, o’ crudel, lo sguardo
Mira da lungi almeno i miei tormenti;
Ah barbaro, tu fuggi, io parlo ai venti!

Austri terribili
Tempeste orribili,
Che più tardate
Voi sommergete
Quell’infedele!
Ma no, fermate,
Che ancor crudele
Io pur l’adoro.
Su su, veloci
Onde feroci
Vi risvegliate,
Pronte, uccidete,
Quell’empio ingrato
Ma no, nol fate,
Che ancor spietato
È il mio tesoro.

E pur vorrai lasciarmi
Sposo tiranno ingrato.
Ah, sposo rio per te posi in oblio
La cara patria e il regno,
Per te del genitore
Non curando lo sdegno
Che non fece per te questo mio core
Questo dunque è l’amore
E questa è quella fede
Crudel che mi giurasti
Allor che mi ingannasti!
Perché crudele ingrato
Lasciarmi oh Dio così su questo lido
Torna, torna o spietato, ah tu non senti
La mia pena, il mio duolo, i miei tormenti?

Aure, voi che in mezzo al mare
Secondate l’empie vele
Dite, dite, a quel crudele
Che mi renda almeno il core!
E se sdegna d’ascoltare
Il tenor de miei martiri
Con gl’accesi miei sospiri
Gli direte ah, traditore!
 Document image 
CountryItaly
LanguageItalian
ShelfmarkI-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
Collection Baini - Ms. 2248 (13)

   Record by Giacomo Sciommeri