Record number 2039
Bibliographic level | Monograph |
Document type | Handwritten music |
Date | Uncertain date, 1690-1710 |
Composer | Cesarini, Carlo Francesco (c1665- dopo il 2.9.1741) |
Owner | Ottoboni, Pietro (1667-1740) |
Copyist | Lanciani, Francesco |
Title | Cantata à. 2. Con Sinf.a e Oboè / La Rosa, e il Gelsomino / Del Sig. Carlo Cesarini | Musical presentation | Full score |
Publication | Roma : copia di Francesco Lanciani, (1690-1710) |
Physical description | 1 partitura. Watermark: not registered. |
Notes | Il manoscritto proviene molto probabilmente dalla biblioteca musicale del Cardinale Pietro Ottoboni. |
Uniform title | Al verde armato stelo. Duet, La rosa e il gelsomino |
Medium of performance | 2V,4str: S,S,ob,2vl,bc |
Bibliographic repertories | |
Bibliography | Marx-Watanabe 1987 Roberts 1993 |
Analytical description | 1.1: (Recitativo, la maggiore, c) Al verde armato stelo 2.1: (Aria, la maggiore, c 3/4) Son la Rosa e son Regina 3.1: (Recitativo, c) Se ti cede ogni fiore e qual Signora 4.1: (Aria, la maggiore, c 12/8) Odoroso Gelsomino 5.1: (Recitativo, c) Scherzo della natura 6.1: (Aria, si minore, c/) Ogni guancia et ogni labro 7.1: (Recitativo, c) Dunque per esser bella 8.1: (Aria, si minore, 12/8) Son pallidetto, 9.1: (Recitativo, c) Spiego col mio candore 10.1: (Aria, fa maggiore, c) Belle Rose porporine 11.1: (Recitativo, c) Fileno, il Pastorello 12.1: (Aria, si minore, c 3/8) Posar tutti vorrei 13.1: (Recitativo, c) Per me quel Nume alato 14.1: (Aria, re maggiore, c) Per me trionfa e ride 15.1: (Recitativo, c) Dimmi, Rosa gentil, qual’è quel dardo 16.1: (Aria, la maggiore, 12/8) Col mio candore 17.1: (Recitativo, c) Ma cessino le gare 18.1: (Aria, la maggiore, c 3/4) Donne belle, se volete |
Poetical text transcription | Rosa: Al verde armato stelo, Alla porpora vaga et ordorosa Voi ben mi ravvisate. Io son la Rosa, Quella son io, si cara Alla madre d’amore, Che il sen mi tinse di vermiglio humore. Rosa: Son la Rosa e son Regina D’ogni vago e più bel fior. Anco il Giglio à me s’inchina, Dei giardini io son l’honor. Gels.: Se ti cede ogni fiore e qual Signora Ossequioso t’adora, Io ceder non ti voglio. Rosa: E tu, chi sei, Che ardisci contrastare i pregi miei? Gels.: Odoroso Gelsomino Vò spiegando sul mattino Bel candor di foglie intatte. Mi dà vita e mi colora Vaga Aurora col suo latte. Rosa: Scherzo della natura E del più culto suol picciolo aborto Sempre pallide e smorto Altro pregio non hai che il tuo pallore. Gels.: E il tuo vanto maggiore è il tuo rossore. Rosa: Ogni guancia et ogni labro Col cinabro Del mio seno si formò. Solo è vaga, solo è bella Pastorella, Se degl’ostri miei s’ornò. Gels.: Dunque per esser bella E Ninfa e Pastorella Deve vantar vermiglio il suo sembiante? Rosa: Se un importuno amante Con pura verginella Troppo ardito favella, Ella, che di fallir teme il periglio, Il bel sembiante suo rende vermiglio E mostra, che il rossore È bella insegna per fuggire amore. Gels.: Son pallidetto, Ma vezzosetto E Filli e Clori Mi vuol nel sen. Col mio candore Prometto al core Nei fidi amori Un bel seren. Gels.: Spiego col mio candore La nobil fede di costante core. Rosa: Ed io con gl’ostri miei schietti e lucenti Scopro d’amante sen le fiamme ardenti. Sai, che diceva Elpino Dubbioso dell’amor della sua Fille, Quando ella in lui le sue pupille affisse Dicendo: Io t’amo? Gels.: E all’hora Elpin, che disse? Rosa: Belle Rose porporine, Che le spine al cor togliete, Quanto siete care, care. Voi spargete negl’amori I tesori, se parlate E più fate innamorare. Gels.: Fileno, il Pastorello, Non men fido che bello Alla sua amata Clori Fissando un dì lo sguardo Vidde quei vaghi fiori, Ond’ella andava adorna, E dall’amante seno Trasse un sospiro E dir volea... Rosa: Che volea dir Fileno? Gels.: Posar tutti vorrei I fidi affetti miei In quegl’eletti bei Gelsomin. Contento all’hor sarei Immerso fra i diletti E loderei il mio destin. Rosa: Per me quel Nume alato, Quel Nume feritore, Cui diede il fato il bel nome d’Amore, Conduce incatenato Ogni più duro core e sovra ogn’alma Ha sol da i pregi miei trionfi e palme. Rosa: Per me trionfa e ride E brilla e ride e gode E gode e brilla e ride Il Nume infante. Col cinabro d’un bel labro Bocca bella, se favella, Sa legare, incatenare Ogn’alma amante. Gels.: Dimmi, Rosa gentil, qual’è quel dardo, Con cui ferisce Amore? Rosa: Un dolce sguardo Di pupille vezzose. Gels.: Ma in quelle non risplende mai la Rosa. Dunque van cinte sol col mio candore L’armi più forti del bendato Amore. Rosa: Col mio candore Rendo più belle Due vaghe stelle, Che son saette Del Dio d’amor. Ma se tu vuoi Con gl’ostri tuoi Regnar in quelle Chiare facelle, Le pupillette Non han vigor. Gels.: Ma cessino le gare! Te mia Regina inchino. Ma se vuoi fare Il tuo pregio maggiore, Unisci il tuo vermiglio al mio candore Rosa: Non mi spiace il tuo dire. Io ben so, che le Ninfe Non son belle e vezzose, Se uniti nel sembiante Non vantan sempre i Gelsomin, le Rose. Tu dunque fido amante À gl’ostri miei d’intorno Farai sempre soggiorno. Gels.: Il mio candido seno Non havrà mai sereno, Se intorno à te non posa. Rosa: Diletto Gelsomino! Gels.: Amata Rosa! Gels., Rosa: Donne belle, se volete Trionfar col Dio bambin, Mai da voi non dividete E la Rosa e il Gelsomin. | ![]() | Country | Italy | Language | Italian |
Shelfmark | GB-Mp - Manchester - Central Library, Henry Watson Music Library MS Q544 Cj71 |
Record by Berthold Over