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Watermark
Not recorded
Notes
Il testo è intonato in una cantata per Soprano e basso continuo attribuita a Giuseppe Tricarico e in una cantata adespota per Soprano e basso continuo.
Uniform title
Bibliographic repertories
Bibliography
Poetical text transcription
Cercava due pupille
Per adorarle amante
E ne ritrovo tante,
Ch’io mi sgomento a lagrimar per mille.
Quest’occhi si confondono
A così spessi lampi,
Amor, se vuoi ch’io campi
E ch’io la duri teco,
O prestami la benda o fammi cieco.
Ma disdicomi, né vedrai,
Ch’io più tema di tante belle,
Crescan pure, più che le Stelle,
Piovan fulmini più che mai.
Non è d’amor guerriere
Chi non incontra eserciti d’Arciere,
Può sfidar con baldanza
Infinite bellezze una costanza.
Questo sì ch’è ‘l regno d’Amore;
Che più Cipro, che Pafo o Citera?
Qui si prova e qui s’avvera
Ciò ch’altrove si sogna un core.
Questo sì, ch’è ‘l Regno d’Amore.
Qui non cangia sembriante giocondo
L’incostanza de la fortuna;
Qui dispensa, e qui raduna
Tutti i beni che son nel Mondo.
Qui risiede consiglio profondo,
Che fa stabile la ventura;
Allegrezza senza misura,
Sicurezza senza timore,
Questo sì, ch’è ‘l Regno d’Amore.
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shelfmark 204.3.B.12.179
Record by Nadia Amendola