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Se mi faceste re,
Se mi donaste un mondo,
Or che di gioia abbondo
Non vuò più esporre a le catene il piè.
Se mi faceste re.
Or, che conosce il core,
Che cosa è libertà,
In servitù d’amore
Più non ritornerà;
Tropp’arsi, troppo amai, troppo mi dolsi.
Or dai lacci d’un crine il piè disciolsi.
Parevano eterni
I miei laberinti;
Ne cresi gl’inferni
Mai render’estinti;
E pur del mio core
Si ruppe ogni nodo,
S’estinse ogni ardore;
E lieto ora io godo,
Che sciolta è mia fè.
Se mi faceste re ecc.
Se foste un’altra Venere,
E rassembraste un sol,
Per voi ridursi in cenere
Più l’alma mia non vuol;
Per la vostra bellezza ho pianto assai,
Or ritorna il sereno ai mesti rai.
D’amore ai flagelli
Or più non soggiaccio:
E i miei mongibelli
Già sono di ghiaccio.
In liquide stille
Non più si disfanno
L’afflitte pupille;
E preda d’affanno
Più l’alma non è.
Se mi faceste re,
Se mi donaste un mondo,
Or che di gioia abbondo
Non vuò più esporre a le catene il piè.
Se mi faceste re.
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shelfmark ARCA VII 24.195
Record by Nadia Amendola