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Watermark
Not recorded
Uniform title
Poetical text transcription
Un amante che si more
Di mill’alme in servitù,
Cessa omai, deh cessa amore
Co’ dardi tuoi di tormentarlo più;
Non vedi, che vien meno,
E ha tante piaghe al seno
Quante saette hai tu?
Si lamentano i venti,
Ch’altro non han da fare,
Che ognior per lui recare
A questa, e a quella i suoi sospiri ardenti:
Che se a deforme aspetto il guardo tende,
O divina bellezza avvien, che miri,
Senza parzialità d’ambo s’accende,
E colto un guardo a lui cento sospiri;
E mostrando d’aver scemo il cervello
Distinzion non fa tra il brutto e il bello.
Giovenetta, che conta
Dell’età sua due lustri o poco più,
Con la chioma inesperta a tesser nodi,
D’amore in servitù
L’incatena e lo stringe in strani modi;
Donna canuta ancora,
Che di rughe senili ha il volto sparso
D’amor lo rende incenerito ed arso,
E con affetti curiosi e rari
Vecchiezza e gioventù manda dal pari;
Ond’io solo d’amor si nutre e pasce,
E cento volte il dì more e rinasce.
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Shelfmark
shelfmark ARCA VII 24.104
Record by Nadia Amendola