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Non è cosa da tutti esser costante;
La costanza i codardi rattrista;
È virtù, che penando si acquista,
E nel duolo si fa gigante.
Non è cosa da tutti esser costante.
Irritato dal disprezzo,
Provocato dal rigore,
Io non so come non spezzo
Le catene del mio core.
Perch’io peni e ami sempre,
Un’invitta sofferenza
Fabbricò con salde tempre
Forte usbergo a l’inclemenza
Di tirannico sembiante.
Non è cosa da tutti esser costante.
Contro me cruda bellezza
Vibri fulmini d’orgoglio,
Che in soffrir la sua fierezza
Ho nel petto un cor di scoglio.
Dai più barbari flagello
Cimentata la mia fede
Non sia mai, che si ribelli;
Che al dolore unqua non cede
Un fedele e vero amante.
Non è cosa da tutti esser costante;
La costanza i codardi rattrista;
È virtù, che penandosi acquista,
E nel duolo si fa gigante.
Non è cosa da tutti esser costante.
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shelfmark ARCA VII 24.83
Record by Nadia Amendola