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Qual nel’alto emisfero
De la più casta Dea
Suol lampeggiar la luminosa stella,
Nel Padovano ciel così splendea
Tanto pudica più, quanto più bella
Lucrezia de la Brenta onor primiero;
Idolatrando il suo divin sembiante
Tra illeciti appetiti
Lussureggiava un temerario amante;
E mentre impaziente
Di dar ristoro al core
Ei chiede aita a la sua fiamma ardente,
Ella avampa di sdegno e di furore;
Ei con sommessa voce
Prega, piange, sospira,
Ella in atto feroce
Freme, esclama, s’adira;
Ei le porge le braccia,
Ella s’arretra e grida;
Ei replica i sospiri, ella le strida;
La morte ei le minaccia,
Ella il disprezza: ei con irato spetto
Il ferro impugna, ella gli espone il petto;
Ei con brame omicide
Alfin la impiaga, ella ne gode e ride;
Versa intanto la bella
Da l’impiegato sen fiumi di sangue,
E mentre agonizando ella gia langue.
E in purpurea procella
Fa misero naufragio
Così favella al feritor malvagio.
Del sangue mio nel rosseggiante rivo
Ammorza pur la disonesta sete
Temerario lascivo;
Mentr’io vinta dal duolo
Omai disciolgo il volo
A l’ultimo repiro,
Cado al suol, vegno men,l’anima spiro;
Ma se da colpi tuoi crudi e mortali
Fu il mio seno trafitto
Ond’io l’anima esali,
Morrò ma sempre invitto
Vivrà l’onor con immortal decoro,
E vivendo l’onor contenta io moro.
Nel torrente vermiglio
Del sangue, ch’ora io verso
Barbaro traditor fisa il tuo ciglio,
E in queste vive porpore animate
Di mia pura onestà chiari trofei
Contempla i tuoi rossori e i pregi miei.
Nel mio corpo, ch’ora langue
Fra i tirannici dolori
Volgi pur l’empia sembianza,
E irrigati dal mio sangue
Pullular vedrai gli allori
Per trofeo di mia costanza;
Germogliar vedrai la palma
Per ornar mia nobil alma,
Che per suo Nume l’onestate adora;
Purchè viva l’onor, Lucrezia mora.
Non hai mai per costume
Con impudico amore
Di profanar le piume
Del letto maritale alma ben nata
Pria di perder l’onor more svenata;
Quindi non sia stupore
Se proterva a tuoi prieghi
Non esposi a tue voglie il seno ignudo.
Che pria ti volli feritor, che drudo;
E di tua man ferita
Esalando la vita
Or’io lieta a le sfere i passi invio;
Pria che mora l’onor morir vogl’io.
De la Brenta fiorita
Abitatrici spose,
Mentre vedete spirar mia vita,
Resti nel vostro core
Per mano del’onore
Questa memoria immoralmente impressa;
E meglio che l’onor perder se stessa.
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shelfmark ARCA VII 24.9
Record by Nadia Amendola