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Redazione
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Not recorded
Notes
Questa cantata presenta spesso dei versi metricamente anomali rispetto al contesto metrico.
Uniform title
Scoring
Analytical description
Al mio signore io servo
Vola pel mare
Sa vagheggiare
Non regna chi lo scettro
Nel regno del core
Ma serve non degna
Né sol regna chi dio libero serve
La sorte se volessi
Oh cura vi ponessi [chiusura in sol minore]
Poetical text transcription
Al mio signore io servo
A Dio ch’è il Re de’ Re.
O libera servitù
Che sei vera libertà
Tu sei la vera pace
Tu l’interna allegrezza
Che il mondo sol non prezza.
No non è giogo il tuo,
È fregio: non preme, solleva l’alma
Delle cure la calma:
Quando muovon procelle
L’onde del senso insano
Quando l’ira e l’amore
Tempestan con furore
Alla stella fedele
Chi naufragar non vuole apra le vele.
Vola pel mare
E ‘l dì serena
Zeffiro amico
Lieta n’è l’onda
Ed alla sponda
Scherzando va.
Sa vagheggiare
Sua luce amena
Occhio pudico
Pago n’è il core
E con amore
Godendo sta.
Non regna chi lo scettro
Stringe e suo manto infiora
Se poi ad ogn’ora
Si soggetta de’ vizi al duro impero
E con vile catena avvinto giace
Da che il servir già piace
Son del ferro più vergognosi i nodi
Quanto ostili più son l’indegne frodi,
Egli è Re chi di Dio
Agli [sic] comandi mentr’usa prontezza
Con felice ubbidir se stesso regge
E nel regno dell’alma
Gode sua pace
Né l’estingue la face
Che vibra il cieco nume
Non la turban timori
Né importune cure
Non del petto se di Sion nemica
Tutto è luce serena
Dolce ne corre e del buio la vena.
Nel regno del core
Con sorte felice
È vero Signore
Chi sol pel dovere
Non mai del potere
Ced’a’ voleri.
Ma serve non degna
E l’alma s’impegna
Se i fasci sommette
A quanto non lice
Di voglie scorrette
Pronto agl’imperi.
Né sol regna chi Dio libero serve
Egli è giusto, egli è santo
A lui amico o quanto
Da lui amato:
E con sì degno fato
Ancor è figlio del suo regno erede
Simile a lui gli fissa in Ciel la sede
Solo ne gode sol chi a Dio già serve
O la bella servitù
Che tanti dei ci rende:
Pazzo chi non s’arrende
A chi per farci eroi
V’impegna il braccio suo
Servire chi ci creò
Chi ci sostenta e serba.
L’insegna la natura:
Siamo di Lui fattura
Egli è nostro sovrano
Nostro è Benefattore
Suo quanto godiam tutto è favore.
La sorte se volessi
Finger a mio talento
È bella sola quella
Di servire al mio Signore.
Oh cura vi ponessi
Quanto sarei contento
Se son io a me offre Dio
Il gran dono del suo amore.
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shelfmark Add. MS 14148.24
Record by Giacomo Sances