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Lidio, chi d’amor sente il foco, il dardo
Non annida nel tuo core
Dunque Lidio gentile
All’or dirò, che m’ami
Poetical text transcription
Lidio, chi d’Amor sente il foco, il dardo
E ‘l tormentoso laccio,
A ragion teme il giaccio
Crudel di gelosia e nutre il seno
Di quel freddo veleno,
Onde il sangue si gela a tutte l’ore
E par, che manchi ogni momento il core.
Ma se a te mai non punse
D’Amor lo stral, né t’infiammò la face,
A che turbar la pace
Del mio povero cor, che vive in pene,
Condennato a bacciar le sue catene?
Non annida nel tuo core,
Non alberga nel tuo petto
Quel sospetto, quel timore
Di tiranna gelosia.
Io sol provo in questo seno
Nel rigor d’un fiero inganno
Quel affanno e quel martire,
Che tormenta l’alma mia.
Dunque, Lidio gentile,
Se vuoi, che di Cupido
Siegua l’orme incostanti,
Ogni speme del cor posta in oblio
Il farò sì, ma di te stesso a scorno
Forse avveduta un giorno
Lasciando il finto amor dirai col core:
Sempre fu gelosia figlia d’Amore.
All’or dirò, che m’ami,
Quando vedrò costante
Sul pallido sembiante
L’Imago del tuo cor.
E all’or dirò, che senti
Nel gel di gelosia
D’Amor la tirannia
E l’empio suo rigor.
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shelfmark A.7.14 (A.1.6).9
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