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Giunto del mio morire
Nel morirti, ò cara, in seno
Un gelido veleno
Quando poi non mi vedrai
Poetical text transcription
Giunto del mio morire
All’ore più penose, all’ore estreme
Di questo cor, che geme,
Ricevi, amato ben, l’ultimo addio.
Già con tormento rio
Semivivo sui labri e giunto il core
Hor per segno d’amore,
Quando sperar degg’io
Baciando il vago sen, che mi dà morte,
Non mi si nieghi, oh Dio,
La sospirata sorte,
Che su i labri vivaci
Sepelisca il mio cor l’urna dei baci.
Nel morirti, ò cara, in seno
Sarà dolce uscir di vita.
E godrò morendo almeno,
Se vivendo in pene amare
Non mi giova il sospirare
Nel baciar la mia ferita.
Un gelido veleno
Già pallido mi rende e già m’uccide,
Ma con tempre più fide,
Cara, morendo ancora io pur t’adoro.
Tormentoso martoro
A l’agonia di morte hor già mi chiama,
Dunque vieni, a chi t’ama,
Idolo del mio core, anima mia.
Deh, vieni, a chi desia
Spirar fra le tue braccia, ò mio tesoro,
E se per te mi moro,
Da te mi sian concessi
L’ultimi baci tuoi, l’ultimi amplessi.
Quando poi non mi vedrai,
Calde lagrime d’amore
Spargerai su l’urna mia.
Lacerandoti le chiome
Dirai sempre il mio bel nome,
Ma trovar più non potrai
Del mio cor più fido core,
Se morì per gelosia.
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shelfmark A.7b.42 (A.1.20).4
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