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Oh di quante tra l'onde il mar ne accoglie
Scogli voi, che v'indurate
Poetical text transcription
Oh di quante tra l’onde il mar ne accoglie
Isola sfortunata,
Dal destin condannata
A sostener quest’agitate spoglie.
Terra dal cielo eletta,
De mortali vendetta
Al balenar di questi infausti lumi,
Come infetta vedrassi
Correr torbida al mar l’onda de fiumi,
Stillar veleno i duri tronchi e i sassi
E dove forma il piè l’orma (?) rocenti (?)
Germogliar spine e pullurar serpenti.
Così stabil giurommi Ali la fede:
Che pria su l’alta mole
Vedrei cangiati in ombre i raggi al sole,
Del Caucalo (!) crollar il giogo immoto
E rivolgere il rio l’acqua corrente
Con moto avverso alla natia sorgente.
Hor ch’Ali m’abbandona,
Oscura i raggi, ò sol, cadete, ò monti
E voi, fiumi, tornate ai vostri fonti.
Antro tu, che profondi
L’horrido sen per ricettar le fiere,
Tra l’ombre tue più nere
Questa fera d’amor chiudi e nascondi,
Ch’alle tenebre tue sol è bastante
D’accrescer novi horrori il mio sembiante.
Scogli voi, che v’indurate
All’urtar d’onde frementi,
Imparate d’ammollirvi a miei tormenti.
Novo al mondo è il mio martire
Perder la vita e non poter morire.
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