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Redazione
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Watermark
Not recorded
Notes
Tit. dall’incipit testuale (c. 105r); num. delle carte coeva (105r-113v); sopra l’incipit è scritto da mano moderna a matita: "1-D-5c"; a c.113v è scritto: "Copiata ad istanza del Sig.r / Abb. Fran.co Galtieri per / La sua Dama il cui no / me è B. B."; attribuita a Carapella nel RISM (v. Repertori bibliografici) e su Internet Culturale; per la data v. scheda 2463; per l’identificazione del copista v. scheda 2469.
Uniform title
Scoring
Bibliographic repertories
Analytical description
S, Sì sì piangete pure occhi dolenti
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S, Spezzano i marmi ancor l’onde cadenti
%C-1$bB@3/4 ''4b.E{8DC'B}/4.A8G4F/
Poetical text transcription
Silentio, aure volanti,
Venti quietatevi e contentatevi
Che tra quest’ombre erranti
Per li stellati giri
Passeggi il vento sol de’ miei sospiri.
Se instabili voi siete,
S’ogn’un di voi nell’incostanza eccede
E di poca fermezza il nome havete,
Mentre i sospiri miei
Figli son di mia fede,
Nudriti dall’ardor ch’in seno io celo,
Più degni son di passeggiare il cielo
Di voi venti incostanti.
Silentio, aure volanti.
Ombre cieche, ombre notturne,
Spettatrici taciturne
Siate voi de’ miei lamenti,
Solo a’ voi comanda amore,
Segretarie del mio core,
Ch’io confidi i miei tormenti
E mentre il cor del mio bel sol si duole,
L’ombre udirando l’empietà d’un sole.
Adoro un’ingrata
Tiranna spietata
Che sempre m’odiò;
È bella ma fiera,
È vaga ma altera,
L’amai mi sprezzò.
L’adoro fedele
E sempre crudele
Schernisce mia fé;
La prego m’abborre
La seguo ella corre
Lontano da me.
E pure io sono adorarla intento
Né m’accorgo ch’adoro il mio tormento.
Dunque così schernita
Sempre o’ mia fé sarai
Da tiranna bellezza,
E non t’irriterai
Nel vederti tradita
Contro chi ti disprezza.
Su vilippesi affetti,
Distraggiati e negletti,
Con orgogliosa fronte
Rendetevi rubelli a’ un core indegno,
Involatevi all’onte,
Armatevi di sdegno
Contro un udito perverso et inhumano!
Ma folle che dic’io?
Quietati pur cor mio
Contro chi adora, ah, ch’ogni sdegno è vano!
Piangerò forte, chi sa’,
Havrà vanto il mio gran pianto
D’ammollir sua crudeltà.
Sì, sì piangete pure occhi dolenti,
Spezzano i marmi ancor l’onde cadenti.
Ma misero che pio,
No, miei lumi, non piangete olà!
Ch’il piangere viltà
Sua barbara bellezza
Che m’abborre e mi disprezza,
Invan col pianto io di placar pretendo
Voglio ceder morendo
Al rigor d’empia sorte,
Si placa una crudel sol con la morte.
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shelfmark 1-D-5a-o.3
Record by Giacomo Sciommeri