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Alma tù, che dal cielo
Come mai
Dal tuo natal sublime
Vedi l'Inferno aperto
Prendi il crin della sorte
Poetical text transcription
Alma tù, che dal cielo
La più perfetta origine traesti,
Tù, che à vestir questo corporeo velo
Peregrina scendesti,
Deh, nel brieve camin, che s’è prescritto,
Guardati dal delitto,
E s’ei t’assale, i pregi tuoi rammenta
D’immortal, di creata e di redenta.
Come mai
Tanto ingrata esser potrai
Verso un Dio, che ti creò?
Verso un Dio, che per tuo bene
Soffri stenti, oltraggi e pene
Et il sangue suo versò.
Dal tuo natal sublime,
Dal dover, dall’onor, dal tuo periglio,
Alma, prendi consiglio.
Bilancia pur premio e castigo e poi
Pecca, se peccar puoi.
E se creata e se redenta sei,
Pecca, se peccar dei.
Pur redenta e creata
Tù pecchi ancora? Ah, sconoscente, ah, ingrata.
Vedi l’Inferno aperto
E vedi aperto il ciel.
La mente tua si svegli,
Indi rifletti e sciegli
D’esser ver tè col merto
Pietosa ò pur crudel.
Prendi il crin della sorte, oggi sel salva,
Mà s’aspetti à diman, la sorte è calva.
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