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Watermark
Not recorded
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Sonetto composto nel 1674. Pietro Paolo Vegli (fl. 1640-1692) fu un pittore attivo al servizio di casa Chigi dal 1674 al 1692. Un'incisione di Hubert Vincent (fl. 1680-1730) presente nella parte seconda de Li divertimenti poetici (Roma, Antonio De Rossi, 1706) riproduce il summenzionato ritratto "ricavato da un quadro grande", attualmente perduto, che "in Roma fece fare Silvestro Stellini Toscano suo secondo marito, dopo che da Acquaviva l'aveva condotta nella Metropoli del Mondo Cristiano in età allora di 40 anni"; cfr. Liuzzi 1998 e Liuzzi 2003.
Uniform title
Bibliography
Poetical text transcription
Ritrar sapesti così al vivo il mio
Volto, che il finto, al ver si rende eguale,
E più che in fragil vetro il mio mortale
Vero ne l'arte tua mirar poss'io.
Perde i vantaggi suoi tempo, ed oblio,
Che 'l tuo pennello qual acuto strale
Gli arresta il corso, e fende il vol fatale,
E 'l bifolco arator rende restio.
Qual son ne la tua tela, io te simile
Vorrei ritrar ne le mie carte, e chiaro
Spiegar il nome tuo da Battro, a Thile.
Ma per formar di te concetto raro
Non mi diè Febo un glorioso stile,
Bensì prodiga voglia e fato avaro.
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Shelfmark
shelfmark 71.11.A.4.155
Record by Giovanni Tribuzio