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Poetical text transcription
Alla sua Theti in seno,
Ove Febo ha sua posa,
Stanco dal suo girare aggiato s'era:
Già posto haveva il freno
A' suoi corsier vezzosa,
Mediatrice d'amor, la notte altera,
Dissi, la dea severa,
Che qual angue del Nil, del dì ch'uccise
Finge dolersi, e di gramaglia veste:
Poi con sembianze honeste,
Spiega del suo trionfo alte divise;
E fatta al ciel vaga guerriera, e duce,
Schiera truppe di stelle, in pian di luce.
Mentre ogn'un posava,
Detestando stav'io
Di ruginosa età, la cruda usanza;
Ch'ogn'alma opprime, e aggrava,
Che intreccia al sen più pio,
D'ire, risse, furori orrida danza.
Ragion qui non v'ha stanza,
Astrea luoco non v'ha, pietà è sbandita
Né di virtù dar mi si può contezza,
Ah, ch'il mio cor si spezza
Virtù, virtù dal mondo è al ciel fuggita,
E Pindo, privo homai de' suoi tesori,
Cangia in cipressi i verdeggianti allori.
Sì pensosa, e dolente
Pur al fin mi sorprese
De la morte il gemel, de ll'ombre il figlio:
Falso sogno sovente
Con fantasma scortese
Virtù giunta mi finse a van periglio.
Non so qual rio consiglio
Ciò persuaso havea! ella era avvinta
Di vil giumento al piè, qual ricco havea
Manto, che 'l suol radea
Appo cui l'India era avanzata, e vinta.
Havea d'intorno adulatrici fiere,
Scimie, volpi, mastin, sfingi, e chimere.
Nulla curai tal vista
Ch'a miei lumi sognanti
Di ben sciocco pittor, parve inventiva.
Dissi tai scherni acquista,
Chi co' spirti arroganti
Ardisce con virtù pugnare il viva:
Ella le menti avviva,
Di natura i segreti, ella ci addita;
Ella de' sacri arcani ha gloria, e palma,
Ella al ciel drizza l'alma;
E per lo stral di morte, ha stral di vita
Indi scoccar mi parve al lino un dardo
E volsi irata altrove, il piè col guardo.
Poc'orme al suo segnai,
Quando da liete voci
Intesi articolare: "Alloro, alloro";
"Alloro" io replicai:
E con passi veloci,
Giunsi anhelante in spaventevol foro
Ove dall'Indo, al Moro
D'ogni età, d'ogni sesso, ed ogni stato
Stuolo unito vidd'io, che tutto affanno
Reso di sé tiranno,
Vinti i perigli, e già di frodi armato,
Tentava aprir, spinto da rea follia,
A ben superbo monte, immensa via.
Con tempo, e con sudore
Notai per dritto calle
Pochi d'essi calcar le cime al monte;
Altri con reo valore,
Per tortuosa valle
Hebbero qual balen le piante pronte,
Altri con bassa fronte
E replicate mosse ergeansi in vano,
Altri nel mezzo al corso, altri su 'l fine,
Scorsi con gran rovine
Morti, e mal vivi già cader su 'l piano,
Altri vidd'io (ahi detastabil caso)
Trucidati da sé, giunti al occaso.
Sarà questo il monte Ida,
Ove l'alto litigio
Per peggio errar qui si contende ancora?
E pur allor si grida?
Né quivi alcun vestigio
Scorger de' vaghi rami, io so, fin'hora,
Né men l'aria canora
Spirar sent'io qui de l'aonio stuolo,
"Ma come scorre sol di sentinella il forte
L'inesorabil morte",
Dissi tra me con mio ribrezzo, e duolo,
E tra qui volti arruginiti, e torvi,
Scorsi in vece di cigni, infausti corvi.
Presaga del mio scherno,
Al colle del furore,
Pur alfin m'accostai con miei gran stenti
O quai mostri d'Averno,
Quai ministri d'orrori.
Guidavan là su misere genti;
Spinte da fieri venti,
Al più ne stava povertà, e fatica;
Ira, invidia, e vendetta al mezzo v'era,
E in cima havea bandiera.
Avarizia, alla man, de l'huom nemica,
Ove a mio scorno (o ch'infernal tesoro)
Con l'apostrofe in mezzo, io lessi: "A l'oro".
Canzon tu sogni ed io
Tra sogni scorgo il vero,
Ché se di questa etade il ferro ha impero;
S'è di ferro ogni cor? son d'or le voglie,
L'oro, a prezzo de l'alme ogn'un accoglie.
E se vipereo tosco
Di sacrilega lingua
Lacerati i miei detti altri distingua,
Taci non ti sdegnar, ma sol dirrai,
Che rapita dal sonno io ti dettai.
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Record by Giovanni Tribuzio